Attivato un coordinamento per risolvere il conflitto tra Azerbaigian e Armenia

Impegno di Russia e Turchia per il Nagorno-Karabakh

Un’abitazione distrutta dai bombardamenti (Epa)
02 ottobre 2020

Il ministero degli Esteri russo, in una nota ha riferito che Russia e Turchia si sono impegnate a risolvere la grave crisi militare nel Nagorno-Karabakh, regione caucasica contesa tra Azerbaigian e Armenia.

Il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, e l’omologo turco, Mevlüt Çavuşoğlu, hanno infatti confermato in una telefonata di essere pronti ad uno «stretto coordinamento» per trovare una soluzione al conflitto. Il ministero aggiunge che Lavrov e Çavuşoğlu hanno dato la piena «disponibilità di Russia e Turchia» a intensificare le iniziative per stabilizzare la situazione, «con l’obiettivo di riportare la soluzione del conflitto del Nagorno- Karabakh al canale dei colloqui di pace».

Citato dall’agenzia di stampa russa Itar-Tass, l’inviato di Mosca alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha però fatto sapere che Azerbaigian e Armenia «per il momento non hanno la volontà politica» di negoziare una tregua. Nebenzia ha sottolineato che la Russia «ha relazioni speciali con entrambi i paesi» (quindi non solo con Yerevan, che è legata a Mosca nell’Unione euroasiatica e nell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva).

Durante una conferenza stampa al Palazzo di Vetro di New York, Nebenzia — presidente di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite — ha commentato la recente dichiarazione congiunta dei presidenti statunitense, russo e francese, Donald Trump, Vladimir Putin ed Emmanuel Macron. «Chiediamo un’immediata cessazione delle ostilità tra le forze militari», hanno detto in un documento rilasciato dall’Eliseo i tre capi di Stato. «Chiediamo inoltre ai leader di Armenia e Azerbaigian — hanno aggiunto Trump, Putin e Macron, i cui paesi sono i co-presidenti del gruppo di Minsk dell’Osce, che ha cercato una soluzione al conflitto dagli anni ‘90 — di impegnarsi senza indugio a riprendere negoziati sostanziali»

La dichiarazione congiunta «mostra quanto seriamente considerano e trattano la questione, spero che questo abbia effetto sulle parti in conflitto», ha precisato l’ambasciatore russo all’Onu. «Auspico che possa fare la differenza», ha aggiunto Nebenzia, ribadendo che la «priorità numero uno è il cessate il fuoco».

La grave situazione nel Nagorno-Karabakh è stata discussa durante il vertice straordinario dell’Unione europea, che si conclude oggi a Bruxelles. L’escalation militare in corso, si legge in una nota, «è molto preoccupante e comporta il rischio di serie conseguenze per la stabilità della regione». Pertanto, l’Unione europea ha invitato tutte le parti in conflitto ad «astenersi dalla violenza, a dichiarare un immediato cessate il fuoco e a rispettarlo», con l’obiettivo di arrivare quanto prima alla cessazione delle ostilità.

Da Bruxelles, il presidente della Francia ha detto di avere «informazioni precise» sull’arrivo nel Nagorno Karabakh, attraverso la Turchia, di «gruppi jihadisti siriani». «Si tratta di uno sviluppo molto grave», ha dichiarato Macron, riferendo di avere concordato con Trump e Putin lo «scambio di tutte le informazioni che hanno sulla situazione e di tirare tutte le necessarie conclusioni».

Intanto, Baku e Yerevan si accusano reciprocamente di intensificare i combattimenti nell’area contesa. Hikmat Hajiyev, capo del dipartimento della Politica estera dell’amministrazione del presidente dell’Azerbaigian, ha denunciato che 17 civili sono morti in un bombardamento aereo armeno su insediamenti azeri.