Il magistero

Francesco ha donato ai presenti all’Angelus il nostro giornale che ha pubblicato la nuova enciclica
08 ottobre 2020

Venerdì 2 ottobre

I giovani non si lascino “saccheggiare” l’anima 

Rivolgo un cordiale saluto alle nuove reclute che, seguendo l’esempio di tanti loro connazionali, hanno scelto di dedicare un periodo della loro giovinezza al servizio del Successore di Pietro.

La presenza dei vostri familiari esprime la devozione dei cattolici svizzeri alla Santa Sede, come pure l’educazione morale e il buon esempio, con cui i genitori hanno trasmesso ai figli la fede cristiana e il senso del servizio generoso al prossimo.

Il pensiero va, in particolare, al “Sacco di Roma”, che vide le guardie svizzere difendere coraggiosamente il Papa, fino a dare la vita.

La memoria di quell’evento possa evocare in voi il pericolo di un “saccheggio” spirituale.

Nell’attuale contesto sociale, molti giovani corrono il rischio di farsi spogliare l’anima, quando seguono ideali e stili di vita che rispondono solo a desideri o bisogni materiali.

Roma... è ricca di storia, di cultura e di fede; cogliete pertanto le opportunità che vi sono offerte per potenziare il vostro bagaglio culturale, linguistico e spirituale.

Il tempo che trascorrerete qui è un momento unico nella vostra esistenza: possiate viverlo con spirito di fraternità, aiutandovi gli uni gli altri a condurre una vita ricca di senso e gioiosamente cristiana.

(Alle 38 nuove reclute della Guardia Svizzera pontificia ricevute insieme ai familiari nella Sala Clementina, due giorni prima del giuramento)

 

Domenica 4

Parabola dei vignaioli omicidi

Nel Vangelo di oggi (cfr. Mt 21, 33-43) Gesù... racconta la parabola dei vignaioli omicidi.

Ma non pensiamo che... questa parabola molto dura... valga solo per quelli che rifiutarono Gesù. 

Vale per ogni tempo, anche per il nostro. Anche oggi Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa. Tutti noi.

In ogni epoca, coloro che hanno un’autorità, qualsiasi autorità, anche nella Chiesa, nel popolo di Dio, possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso.

E Gesù dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non sfruttare gli altri.

La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo.

È brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi.

San Paolo, nella seconda Lettura della liturgia odierna, ci dice come essere buoni operai della vigna del Signore: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto quotidiano del nostro impegno (cfr. Fil 4, 8).

È l’atteggiamento dell’autorità e anche di ognuno di noi, perché ognuno di noi, nel suo piccolo, ha una certa autorità.

Diventeremo così una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità.

 

In unione spirituale con Pompei 

Ci rivolgiamo ora a Maria Santissima, spiritualmente uniti ai fedeli radunati nel Santuario di Pompei per la Supplica.

Nel mese di ottobre rinnoviamo l’impegno di pregare il santo Rosario.

 

Dopo la preghiera mariana 

Ieri sono stato ad Assisi per firmare la nuova Enciclica Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale.

L’ho offerta a Dio sulla tomba di San Francesco, dal quale ho tratto ispirazione, come per la precedente Laudato si’.

I segni dei tempi mostrano chiaramente che la fraternità umana e la cura del creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace, già indicata dai Santi Papi Giovanni xxiii, Paolo vi e Giovanni Paolo II.

 

L’enciclica pubblicata sul nostro giornale in dono ai fedeli presenti 

Oggi, a voi che siete in Piazza — e anche fuori dalla Piazza — ho la gioia di regalare la nuova Enciclica, nell’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano.

E con questa edizione ricomincia la quotidiana edizione cartacea dell’Osservatore Romano.

Che San Francesco accompagni il cammino di fraternità nella Chiesa, tra i credenti di ogni religione e tra tutti i popoli.

 

Tempo del creato e giubileo della Terra

Oggi si conclude il Tempo del Creato, iniziato il 1° settembre scorso, nel quale abbiamo celebrato un “Giubileo per la Terra” insieme ai nostri fratelli di diverse Chiese cristiane.

Mi rallegro per le iniziative che oggi si svolgono in diversi luoghi, in particolare ricordo quella nella zona del Delta del Po.

 

Cento anni di “Stella Maris”

Il 4 ottobre di cento anni fa, nasceva in Scozia l’Opera Stella Maris, a sostegno della gente del mare.

Incoraggio i cappellani e i volontari a testimoniare con gioia la presenza della Chiesa nei porti, tra i marittimi, i pescatori e le loro famiglie.

 

Don Olinto Marella beatificato a Bologna 

Oggi, a Bologna, viene beatificato Don Olinto Marella, presbitero oriundo della diocesi di Chioggia, pastore secondo il cuore di Cristo, padre dei poveri e difensore dei deboli.

Possa la sua straordinaria testimonianza essere modello per tanti sacerdoti, chiamati ad essere umili e coraggiosi servitori del popolo di Dio.

 

Pellegrini e bandiere 

Saluto tutti voi, romani e pellegrini di vari Paesi — vedo tante bandiere... —: famiglie, gruppi parrocchiali, associazioni e singoli fedeli.

In particolare, saluto i familiari e gli amici delle Guardie Svizzere, venuti per assistere oggi al giuramento delle nuove reclute. Questi ragazzi sono bravi! La Guardia Svizzera fa un percorso di vita al servizio della Chiesa, del Sommo Pontefice. Sono ragazzi bravi che vengono qui per 2, 3, 4 anni e più.

(Angelus in piazza San Pietro)

 

Lunedì 5

Mai più uomini schiavi del profitto

Questo incontro avviene a centosettant’anni dalla nascita della vostra istituzione. Sorta come Cassa Piemontese, a seguito dell’unità politica della Nazione mutò la denominazione.

Il compito del vostro Istituto si è ridisegnato in relazione con l’evoluzione e le necessità del Paese, bisognoso di costanti investimenti, di ammodernamenti, di sostegno agli enti locali, di supporto alla formazione professionale e alla produttività.

Queste linee di sviluppo richiedono ancora oggi da parte vostra un generoso impegno.

Pensiamo alle sfide prodotte in campo sociale ed economico dalla grave pandemia.

Pensiamo al declino di alcune forme di produzione, che necessitano di rinnovamento o di radicale trasformazione.

Pensiamo ai mutamenti intervenuti nel modo di acquistare e di vendere i beni, con il rischio di concentrare scambi e commerci nelle mani di poche realtà di dimensione globale.

E ciò a scapito delle peculiarità dei territori e delle competenze professionali locali, così tipiche della realtà italiana ed europea.

La dottrina sociale della Chiesa concorda con una visione nella quale più investitori si attendono una giusta remunerazione dalle risorse raccolte, per poi convogliarle al finanziamento di iniziative che puntano alla promozione sociale e collettiva.

Il pensiero cristiano non è contrario per principio alla prospettiva del profitto. È contrario al profitto a qualunque costo, al profitto che dimentica l’uomo, lo rende schiavo, lo riduce a cosa tra le cose, a variabile di un processo che non può in alcun modo controllare o al quale non può in alcun modo opporsi.

 

Condotta limpida e non cedere alla corruzione 

La gestione degli affari richiede sempre da parte di tutti una condotta leale e limpida, che non ceda alla corruzione.

Anche nel campo dell’economia e della finanza, retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunte.

Percorrere con coraggio linee di intervento rispettose, anzi, promozionali della persona umana.

Gestire giorno per giorno, con scrupolosa attenzione, le relazioni con le varie realtà che si rivolgono a voi per un sostegno.

Testimoniare in concreto una sensibilità solidale, favorendo il rilancio dell’economia reale, quale volano di sviluppo delle persone, delle famiglie.

Accompagnare il graduale cammino di una nazione e servire il bene comune, con lo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni.

(A personale e dirigenti della Cassa depositi e prestiti  incontrati nell’aula Paolo VI)

 

Mercoledì 7

Catechesi sulla preghiera

Riprendiamo oggi le catechesi sulla preghiera, che abbiamo interrotto per fare la catechesi sulla cura del creato.

 

Il profeta Elia personaggio avvincente

Incontriamo uno dei personaggi più avvincenti di tutta la Sacra Scrittura: il profeta Elia. Nella Bibbia, compare all’improvviso, in maniera misteriosa.

E alla fine uscirà di scena, sotto gli occhi del discepolo Eliseo, su un carro di fuoco che lo porta in cielo.

È dunque un uomo senza un’origine precisa, e soprattutto senza una fine, rapito in cielo.

 

Fede cristallina 

La Scrittura ci presenta Elia come un uomo dalla fede cristallina: nel suo stesso nome, che potrebbe significare “Jahvè è Dio”, è racchiuso il segreto della sua missione.

 

Incapace di interessi meschini 

Sarà così per tutta la vita: uomo integerrimo, incapace di compromessi meschini.

Lui per primo sarà messo a dura prova, e rimarrà fedele.

È l’esempio di tutte le persone di fede che conoscono tentazioni e sofferenze, ma non vengono meno all’ideale.

La preghiera è la linfa che alimenta costantemente la sua esistenza.

 

Caro alla tradizione monastica

Per questo è uno dei personaggi più cari alla tradizione monastica, tanto che alcuni lo hanno eletto come padre spirituale della vita consacrata.

Anche lui è costretto a fare i conti con le proprie fragilità.

 

Tra debolezza ed esaltazione

Nell’animo di chi prega, il senso della propria debolezza è più prezioso dei momenti di esaltazione, quando pare che la vita sia una cavalcata di vittorie.

Nella preghiera succede sempre questo: momenti di preghiera che noi sentiamo che ci tirano su, anche di entusiasmo; e momenti di preghiera di dolore, di aridità, di prove.

 

Lasciarsi anche bastonare

La preghiera è così: lasciarsi portare da Dio e lasciarsi anche bastonare da situazioni brutte e anche dalle tentazioni.

Questa è una realtà che si ritrova in tante altre vocazioni bibliche, anche nel Nuovo Testamento, pensiamo... a San Pietro e a San Paolo.

Elia è l’uomo di vita contemplativa e, nello stesso tempo, di vita attiva..., capace di scagliarsi contro il re e la regina, dopo che questi avevano fatto uccidere Nabot per impossessarsi della sua vigna.

 

C’è bisogno di cristiani coraggiosi con chi comanda 

Quanto bisogno abbiamo di credenti, di cristiani zelanti, che agiscano davanti a persone che hanno responsabilità dirigenziale con il coraggio di Elia, per dire: “Questo non va fatto! Questo è un assassinio!”.

 

Davanti al Signore incontro ai fratelli

Elia ci mostra che non deve esistere dicotomia nella vita di chi prega: si sta davanti al Signore e si va incontro ai fratelli a cui Lui invia.

 

Non serve truccarsi l’anima 

La preghiera non è un rinchiudersi con il Signore per truccarsi l’anima: no, questo non è preghiera, questa è finta preghiera.

La preghiera è un confronto con Dio e un lasciarsi inviare a servire i fratelli.

 

Il banco di prova è l’amore concreto 

Il banco di prova della preghiera è l’amore concreto per il prossimo. E viceversa: i credenti agiscono nel mondo dopo aver prima taciuto e pregato; altrimenti la loro azione è impulsiva, è priva di discernimento, è un correre affannoso senza meta.

I credenti... fanno tante ingiustizie, perché non sono andati prima dal Signore a pregare, a discernere cosa devono fare.

Le pagine della Bibbia lasciano supporre che anche le fede di Elia abbia conosciuto un progresso: anche lui è cresciuto nella preghiera, l’ha raffinata poco per volta.

Il volto di Dio è diventato per lui più nitido durante il cammino.

 

In un filo di silenzio sonoro 

Si manifesta non nella tempesta impetuosa, non nel terremoto o nel fuoco divorante, ma nel «mormorio di un vento leggero». O meglio, una traduzione che riflette bene quell’esperienza: in un filo di silenzio sonoro.

Con questo segno umile Dio comunica con Elia, che in quel momento è un profeta fuggiasco che ha smarrito la pace.

Dio viene incontro a un uomo stanco, un uomo che pensava di aver fallito su tutti i fronti, e con quella brezza gentile, con quel filo di silenzio sonoro fa tornare nel suo cuore la calma e la pace.

 

Una vicenda che sembra scritta oggi 

Questa è la vicenda di Elia, ma sembra scritta per tutti noi.

In qualche sera possiamo sentirci inutili e soli. È allora che la preghiera verrà e busserà alla porta del nostro cuore.

 

Il lembo del mantello 

Un lembo del mantello di Elia lo possiamo raccogliere tutti noi, come ha raccolto la metà del mantello il suo discepolo.

E anche se avessimo sbagliato qualcosa, o ci sentissimo minacciati e impauriti, tornando davanti Dio con la preghiera, ritorneranno come per miracolo anche la serenità e la pace.

 

Ai fedeli di lingua araba

Oggi celebriamo la festa della Madonna del Rosario. Vi invito a pregare il rosario, e a portarlo tra le vostre mani o nelle tasche.

La recita del rosario è la preghiera più bella che possiamo offrire alla Vergine Maria; è una contemplazione sulle tappe della vita di Gesù Salvatore con sua Madre Maria ed è un’arma che ci protegge dai mali e dalle tentazioni.

 

Ai polacchi

La Madonna nelle sue apparizioni spesso ha esortato alla recita del Rosario, specialmente di fronte alle minacce incombenti sul mondo.

Anche oggi, in questo tempo di pandemia, è necessario tenere tra le mani la corona del rosario, pregando per noi, per i nostri cari e per tutti gli uomini.

 

Agli sposi  novelli

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli: ci sono, no? Ancora ci sono dei coraggiosi?

Vi affido alla materna protezione della Vergine Maria, Madre di Cristo e madre nostra, affinché ciascuno possa essere gioioso testimone della carità di Cristo.

(Udienza generale nell’Aula Paolo VI)