Ufficio oggetti smarriti

Anna e Marco a Bruxelles

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06 ottobre 2020

Stavolta davvero, siete di fronte a un oggetto smarrito. Quasi una ventina d’anni fa mi ritrovai a collaborare a una pubblicazione ( Con il vento del nord , Edizioni Cineteca di Bologna) inerente a una rassegna sul nuovo cinema fiammingo contemporaneo che si svolse appunto a Bologna. I film e gli autori erano tutti, sia pur per diversi aspetti, molto interessanti, ma il mio cuore restò inchiodato su Scarpe d’oro ( Manneken Pis ) di Frank Van Passel. Harry e Jeanne, ecco qua (perfettamente rispettato) il principio base dalla narrazione secondo Cechov:  «I poli di una narrazione sono sempre due, lui e lei». Così sosteneva l’autore russo, così ha inteso procedere Frank Van Passel, cineasta belga che nel 1995 ha regalato questa storia d’amore ai pochi fortunati che l’hanno vista. Harry (Frank Vercruyssen)  e Jeanne (Antje De Boeck) sono due come tanti, piccoli eroi buffi e silenziosi che nella cupa Bruxelles di fine secolo sbarcano il lunario. Harry fa il lavapiatti nelle bettole della città, Jeanne guida un tram. Quel tram sarà lo spazio d’incontro e di eterno del loro amore. Lui prende quel tram per tornare a casa, abita in un vecchio stabile della periferia di Bruxelles. Anche lei abita in quello stesso stabile. In questo modo la fine della corsa del tram è l’inizio della passeggiata che li conduce, nottetempo, nello stesso condominio. Jeanne è giovane, forte e spensierata, sembra fatta per amare e far felice uno perbene. Harry è il fulmine imperdibile della sua vita e come ogni fulmine che si rispetti rischia di incenerire ciò che vorrebbe solo illuminare. Il giovane lavapiatti ha dentro il petto uno squarcio. Il fatto, esso stesso già drammatico, non è solo che lui è orfano e ha perduto entrambe i genitori da bambino, il fatto è cosa questo comporti e come i dolori si abbattano sui tentativi successivi di essere felici. Harry aveva circa otto anni quando, durante una gita domenicale in campagna coi propri genitori manifesta la necessità di fare pipì. L’auto della sua famiglia si ferma per consentire al piccolo Harry di espletare la necessità fisiologica dietro un albero incontrato lungo il tragitto.  Il padre del bambino ha inavvertitamente arrestato la macchina su una rotaia del treno e proprio mentre il bambino da loro le spalle, l’auto dei suoi genitori viene spazzata via da un treno lanciato a folle velocità. Stava facendo pipì e ha perduto tutto. «La mattina dopo mi sono svegliato e tutti i miei capelli erano caduti sul cuscino» racconta Harry stesso a Jeanne. Harry infatti non ha un solo capello in testa e si copre con uno strano zuccotto che tiene a ogni stagione. Il ragazzo fa il lavapiatti ma sogna di cucinare. In un surreale testa a testa nella cucina del ristorante in cui lavora, si misura con lo chef del locale: vol-au-vent al pollo e piselli. Vincerà. Lui sa fare quello, i vol-au-vent e una sera decide di rompere gli indugi e apparecchia per due persone nel terrazzino pericolosamente crepato e scende al piano in cui abita Jeanne. «Ho cucinato» c’è scritto sul biglietto che le infila sotto la porta. La attende al lume di candela, precariamente sospeso. Lei ci sarà. Si conoscono e scoprono che al loro amore non c’è scampo, che è una partita che loro possono anche decidere di non giocare ma che lei (la partita) si giocherà da sola. Senza attenderli. Jeanne ama ballare, la sera, in un piccolo localino della città. C’è un paio di scarpe d’oro che la attende dietro la vetrina di un negozio dell’usato. Arriverà prima Harry a regalargliele o la morte che ronza attorno ai due, col suo vecchio mestiere: portare via tutto a chi si ama. Harry non riesce a dire «Ti amo» e non ride mai, le poche volte in cui sorride il motivo è sempre e solo uno: lei. Jeanne non fa altro che sorridere e scherzare ma le poche volte in cui diventa seria è per Harry. Invertite ora i sessi dei personaggi e pensate al finale di Anna e Marco di Lucio Dalla. Invece di trovarvi in un bar di Bologna immaginatevi in una vecchia balera della periferia di Bruxelles. Con un tram tutto per voi ad attendervi nel finale. «Anna avrebbe voluto morire, Marco voleva andarsene lontano. Qualcuno li ha visti tornare tenendosi per mano».  In un modo tutto belga, anche per Harry e Jeanne è andata così.

di Cristiano Governa