Il messaggio di Mattarella

Un nuovo patto educativo per far ripartire il Paese

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15 settembre 2020

Con la scuola riparte il Paese e per rispondere a questa sfida storica non è consentito dividersi ed è necessario rafforzare un patto sociale tra tutti gli attori delle nostre comunità, ma soprattutto quello educativo con le famiglie così collaborativamente in prima linea anche in questi giorni. È inequivocabilmente questo il messaggio forte che emerge dalle parole decise del presidente italiano, Sergio Mattarella, e, allo stesso tempo, il leit-motiv condiviso per l'inaugurazione dell'anno scolastico 2020/2021 a Vo' Euganeo, luogo simbolo del dramma legato al covid.

Un anno scolastico straordinario, particolare, complesso, che riparte dopo mesi di doloroso ma necessario lockdown. Un momento storico per tutto il Paese, e verso il quale tutto il Paese comprensibilmente guarda, e a cui persino Papa Francesco ha eccezionalmente dedicato un augurio speciale auspicando, proprio, che questa ripresa oltre ad essere vissuta da tutti con grande senso di responsabilità venga orientata «nella prospettiva di un rinnovato patto educativo che veda protagoniste le famiglie».

«L’inaugurazione dell’anno scolastico mai come in questa situazione ha valore di ripartenza per tutta la società» ha più volte sottolineato nel corso del suo emozionante intervento il presidente della Repubblica, ricordando come la scuola, «cammino di libertà» e luogo di formazione di cittadini consapevoli, sia utile anche a fermare attraverso la conoscenza, le paure, nonché a contrastare la violenza e l’intolleranza che stanno in modo preoccupante diventando una costante del nostro tempo.

Chiudere per evidente necessità le scuole, luogo emblematico di apertura e incontro, ha fatto capire «l’importanza dell’istruzione per la crescita dei singoli» e, in questo solco, il rientro graduale nelle aule non può essere un ritorno al passato ma «occasione per un salto di qualità» nella lotta «all’abbandono sociale e alla marginalità», missione precipua della scuola.

Nel suo richiamo conclusivo il presidente Mattarella, definendo con incisività la scuola quale strumento essenziale di uguaglianza e garanzia, ha fortemente posto l’accento sulla imprescindibilità di coniugare il diritto allo studio con quello alla salute, esortando studenti e studentesse ad essere i primi testimoni di responsabilità verso se stessi e verso gli altri a partire proprio da un luogo, che, peraltro, anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo videomessaggio di augurio ha definito «cuore pulsante del Paese».

Nella stessa direzione, dal palco di Tutti a scuola, anche le parole del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che ringraziando le famiglie per il prezioso supporto durante il periodo di sospensione, ha poi messo in rilievo come la scuola, luogo di apprendimento, socialità ma anche di legalità, non si sia mai fermata, non abbia mai perso la speranza e non sia stata abbandonata da chi la ama .

A margine dell’evento Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha ribadito anche nelle sue parole l’imprescindibilità di un nuovo e più forte patto educativo con le famiglie, riferendosi a titolo esemplificativo anche alla necessità di misurare la temperatura a casa per evitare che facendolo a scuola potrebbe incorrersi nel rischio di aver fatto circolare prima dell’ingresso in aula un ragazzo o una ragazza già infetti.

L’esortazione anche nelle parole dell’illustre pediatra membro del Comitato tecnico scientifico, ad essere uniti e a non dividersi su un tema così importante “progetto di tutti", quale quello dell’istruzione, per fare in modo che questo anno scolastico speciale, riavviato con uno sforzo importante e di più soggetti, possa anche giungere a felice conclusione come nelle migliori intenzioni di chi vi ha lavorato e, soprattutto a vantaggio dei più giovani e del Paese tutto.

di Anna Paola Sabatini