Firmati alla presenza di Trump gli accordi di pace tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti e tra Israele e il Bahrein

Un nuovo passo per il Medio Oriente

Un momento della cerimonia alla Casa Bianca (Afp)
16 settembre 2020

«Un giorno storico per la pace, nasce un nuovo Medio Oriente con un accordo che nessuno pensava fosse possibile e che a breve verrà firmato da altri cinque o sei Paesi arabi». Lo ha detto ieri sera il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo la firma alla Casa Bianca degli accordi per la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti e della Dichiarazione di pace tra Israele e il Bahrein.

«Una nuova alba di pace, superiamo le divisioni e ascoltiamo il battito della storia», gli ha fatto subito eco il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, che ha siglato le intese con i ministri degli Esteri emiratino e baherinita, Abdullah bin Zayed Al Nahyan e Khalid bin Ahmed bin Mohammed Al Khalifa. «Storici accordi di pace», li ha definiti Trump nel South Lawn della Casa Bianca.

I documenti sono stati firmati in tre copie, in inglese, ebraico e arabo.

«Questa pace — ha aggiunto Netanyahu — si estenderà fino ad includere altri Stati arabi e alla fine porterà alla fine del conflitto arabo- israeliano una volta per sempre».

Il primo ministro israeliano ha poi citato le parole del suo predecessore, Yitzhak Rabin (alla firma degli accordi di Oslo nel 1993), aggiungendo una nota personale, ricordando la morte del fratello Yoni nell’operazione per salvare gli ostaggi di Entebbe. «Il popolo d’Israele conosce il prezzo della guerra — ha precisato — e io conosco il prezzo della guerra. Sono stato ferito in battaglia. Un soldato è morto nelle mie braccia e mio fratello Yoni ha perso la vita salvando un ostaggio».

Questi accordi, ha dichiarato il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, «ci permetteranno di stare a fianco del popolo palestinese nella realizzazione di un loro Stato indipendente».

Di opportunità storica ha parlato il ministro degli Esteri del Bahrein. «L’accordo — ha detto — è un primo passo importante e ora spetta a noi» dare seguito a un accordo di pace israelo-palestinese. «Abbiamo dimostrato che un simile percorso è possibile e anche realistico. Ciò che solo pochi anni fa era solo un sogno, ora è realizzabile e possiamo vedere davanti a noi un’opportunità d’oro per la pace, la sicurezza e la prosperità per la nostra regione, ha aggiunto.

Commentando gli accordi stipulati a Washington, il presidente palestinese Abu Abbas, ha detto che «non ci sarà pace, sicurezza o stabilità nella regione senza la fine dell’occupazione e il raggiungimento per il popolo palestinese dei suoi pieni diritti come stabilito dalle legittime risoluzioni internazionali».

Mentre a Washington si firmavano gli accordi di pace, 13 razzi sono stati sparati a più riprese dalla Striscia di Gaza verso il Negev occidentale e la città di Sderot. «Vogliono impedire la pace, ma non ci riusciranno», ha subito commentato Netanyahu. «Non mi stupisco — ha aggiunto — dei terroristi palestinesi. Hanno sparato contro Israele proprio durante una cerimonia storica. Noi colpiremo chiunque tenti di colpirci, ma porgiamo una mano di pace a quanti vogliono la pace con noi». Otto razzi sono stati intercettati dal sistema difensivo Iron Dome. Non si ha notizia di vittime.

In reazione, aerei ed elicotteri da combattimento israeliani hanno colpito «dieci obiettivi terroristici di Hamas a Gaza», ha reso noto il portavoce militare israeliano. Fra questi, stabilimenti per la produzione di armi e di esplosivi nonché una base di addestramento utilizzata per condurre esperimenti missilistici.