In Francia non sono da escludere ulteriori drastiche misure per arginare la pandemia

Stretta sugli assembramenti in Gran Bretagna

Poliziotti britannici con le mascherine nel centro di Londra (Reuters)
10 settembre 2020

Per contenere la nuova ondata di contagi da covid-19, il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha reso noto che da lunedì prossimo entreranno in vigore in tutto il Regno Unito nuove restrizioni.

Dall’inizio della prossima settimana, infatti, il numero massimo di persone per gli assembramenti sarà ridotto da trenta a 6. La “regola del 6” si applicherà a tutti i luoghi al chiuso e all’aperto, con l’eccezione di scuole, università, matrimoni, funerali e attività sportive di squadra. «Mi spezza il cuore dovere insistere con queste restrizioni per gli individui, le famiglie, i nonni», ha detto Johnson parlando alla stampa. «Certamente non voglio incolpare le persone, ma ora è il momento di concentrarci e mettere in pratica la regola del 6», ha aggiunto il premier, spiegando che il governo è stato in parte costretto ad introdurre le nuove restrizioni a causa del mancato rispetto delle regole di distanziamento da parte dei cittadini. Ieri sono stati registrati altri 2659 contagiati.

Nel Question Time ai Comuni, Johnson ha rivendicato la strategia del governo «per tenere sotto controllo il virus», garantendo al contempo «il ritorno al lavoro, la ripresa dell’economia e la riapertura delle scuole» in condizione di sicurezza. Il premier è stato tuttavia attaccato dal leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, sulla carenza di disponibilità immediata e ravvicinata di tamponi registrata in varie regioni. Accusa a cui il primo ministro ha risposto difendendo «gli sforzi eroici» del servizio sanitario nazionale per portare il totale dei test eseguiti nel Regno dall’inizio della pandemia «oltre 17,6 milioni, più di qualunque altro Paese europeo».

Situazione particolarmente complicata anche in Francia, dove non sono da escludere drastiche misure. Da Parigi, Jean-François Delfraissy, presidente del Consiglio scientifico che affianca i vertici politici nell’emergenza, ha fatto sapere che il governo francese «sarà obbligato a prendere decisioni difficili entro 8 o 10 giorni al massimo». E ha messo in guardia dal «rassicurarsi ingannevolmente» sulle ricadute attualmente limitate dell’infezione, poiché non è affatto escluso lo spettro di «un aumento esponenziale in un secondo tempo», citando, «in particolare», la situazione della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

In Francia, dove da giorni i contagi si attestano molto oltre gli 8.000 al giorno, i medici temono di assistere ad una nuova saturazione dei servizi di rianimazione. «Denunciano una vigilanza collettiva ridotta ai minimi termini e rimproverano alle autorità locali, come anche nazionali, di sottovalutare l’intensità di questa ripresa epidemica», scrive il quotidiano «Le Monde», che parla senza mezzi termini di una «progressione esponenziale del virus».

Incubi condivisi pure in Spagna, dove i casi crescono di giorno in giorno, e dai Paesi bassi. Il ministro della Salute di Amsterdam, Hugo de Jonge, ha reso noto che ieri ci sono stati nel paese 1140 contagiati, il numero giornaliero più alto da aprile. «Non sta andando nel verso giusto», ha commentato De Jonge alla stampa. Due giorni fa erano stati registrati 964 nuovi contagi, con un rapido aumento tra i giovani. L’Istituto superiore della sanità ha però precisato che l’incremento non è legato alla riapertura delle scuole elementari in tutto il paese, tre settimane fa.