Il segretario di Stato a Trieste

Scienza e fede aiutano gli uomini ad avvicinarsi

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03 settembre 2020

Nel dialogo con la scienza, «ascoltiamo con grande interesse la voce che scienziati e ricercatori alzano a tutela soprattutto della dignità dell’essere umano, della giustizia globale e della cura della casa comune». Questi tre elementi «sono imprescindibili per poter pensare e realizzare un futuro di convivenza pacifica tra i popoli». Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, durante l’inaugurazione di «EuroScience open forum (Esof2020), Trieste capitale europea della scienza», svoltasi, mercoledì 2 settembre. L’importante forum scientifico internazionale che si tiene ogni due anni in una diversa città europea era stato rinviato a causa della pandemia da covid-19.

Se «vogliamo sopravvivere, e se vogliamo far sopravvivere la vita sul pianeta — ha detto il cardinale — dobbiamo imparare ad assumerci la responsabilità per la nostra casa comune a livello globale». In proposito il segretario di Stato ha fatto notare come ci sia “una sfida” in corso, che ha bisogno di un sapere integrale capace di muovere la ragione e il cuore degli uomini cambiandone in concreto gli stili di vita.

Il porporato ha quindi messo in evidenza l’effetto della comunicazione sui giovani e sulla società, per quella che potrebbe addirittura essere «una vera trasformazione antropologica», in grado di modificare anche i rapporti di fiducia che i nostri contemporanei pongono nelle notizie che ricevono. Da qui la problematica legata alle «fonti di autorità tradizionale» che «non sembrano essere più automaticamente ritenute valide». Infatti, ha aggiunto Parolin, assistiamo al diffondersi di nuove credenze e opinioni che non sono riscontrate dall’oggettività della scienza. Tutto questo sembra essersi reso visibile in modo particolare durante la pandemia del covid-19. Perciò, i danni che una informazione scientifica scorretta può generare sono molteplici.

C’è poi un secondo elemento approfondito dal relatore, che rende il dialogo tra scienza e fede una questione importante: cioè il dovere e il desiderio di trasmettere alle generazioni future tutto ciò che è prezioso in ciò che fino ad ora siamo arrivati a comprendere e a sperimentare. Come pure c’è inoltre un terzo elemento, ha fatto notare, che fa del dialogo tra scienza e fede una questione critica, ovvero la consapevolezza di vivere in quello che per molti versi è un periodo di crisi nella comprensione della persona umana e nella dignità ad essa associata. Nel considerare quello che viene chiamato come «problema ecologico», si contrappongono due possibili approcci: il primo vuole tener conto di quella complessità per offrire una visione olistica del problema ecologico, e il secondo «riduzionista» che si concentra principalmente sui problemi individuali nel tentativo di trovare soluzioni pratiche a singole domande. Dove la parola “riduzionista”, ha chiarito il cardinale, non implica un giudizio di valore, ma descrive semplicemente un procedimento analitico, che seziona un problema nelle sue singole parti, riducendo così un fenomeno macroscopico alle sue eventuali componenti microscopiche.

A margine dell’incontro, il porporato ha infine detto che «scienza e fede non sono in contrapposizione e non sono neppure in concorrenza ma sono due strumenti che ci aiutano ad avvicinarci, a conoscere sempre di più la verità».