L’appello dell’Onu a far sentire la loro voce

Non si esce dalla crisi senza l’aiuto delle donne

A healthcare worker wearing personal protective equipment (PPE) takes a swab sample from a woman for ...
02 settembre 2020

Non si esce dalla crisi da covid-19 senza l’aiuto delle donne. Per questo il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres ha rivolto un accorato appello perché «le donne facciano sentire la loro voce». «Solo così — ha aggiunto — riusciremo ad uscire dalla crisi che il mondo sta vivendo a causa della pandemia e a risollevarci avendo raggiunto l’uguaglianza tra donne e uomini in termini di rappresentanza e di leadership». Guterres ha ribadito che la crisi che ha scosso il mondo negli ultimi sei mesi ha avuto «un impatto sociale ed economico sproporzionato e devastante sulle donne e sulle ragazze». «Il covid-19 ha esacerbato le disuguaglianze esistenti — ha sottolineato — tra cui quella di genere. E dunque stiamo assistendo a una battuta d’arresto in materia di parità di genere, dopo decenni di progressi sui diritti delle donne, seppur limitati e fragili». «Se non rispondiamo immediatamente il progresso rischia di andare perduto». «Stiamo attraversando momenti difficili — ha proseguito Guterres e nessuno pensa che finiranno presto», per questo abbiamo bisogno «della voce delle donne e del loro impegno». «Le organizzazioni della società civile femminile sono in prima linea nella risposta alla pandemia di covid-19. Le Nazioni Unite ritengono che ascoltare le loro opinioni sia essenziale per realizzare una risposta e una ripresa efficaci» ha detto ancora il Segretario generale dell’Onu. Fin dall’inizio della pandemia, le donne sono state in prima linea nella risposta, in quanto operatori sanitari, insegnanti, impegnate nella cura delle loro famiglie e delle comunità. «Tra il 70 e il 90 per cento degli operatori sanitari sono donne — ha ricordato Guterres — ma i loro stipendi e le loro condizioni spesso non riflettono il ruolo vitale che svolgono». «La pandemia ha messo in luce la crisi del lavoro di assistenza non retribuito, che è aumentata in modo esponenziale a causa della chiusura delle scuole e delle esigenze degli anziani, e colpisce in modo sproporzionato le donne», ha osservato. Inoltre, rapporti inquietanti mostrano un aumento della violenza di genere, poiché molte donne sono state confinate con i loro abusatori, mentre le risorse e i servizi di supporto e assistenza vengono reindirizzati altrove. «La pandemia ha esacerbato le notevoli barriere che le donne devono affrontare nell’affermare i loro diritti e nel realizzare il loro potenziale. I progressi persi possono richiedere anni, se non generazioni, per riprendersi», ha detto Guterres. Egli ha ribadito che la protezione dei diritti delle donne e delle ragazze in questo periodo è una priorità assoluta per le Nazioni Unite, sottolineando come all’inizio di aprile è stata pubblicata una nota politica in cui si chiedeva ai governi di adottare misure concrete per porre le donne e le ragazze al centro di tutti gli sforzi per combattere la pandemia di covid-19. «Mentre ci rialziamo, dobbiamo ricordarlo. È giunto il momento di porre fine alle disuguaglianze nel lavoro di assistenza non retribuito e di creare nuovi modelli di business che funzionino per tutti», ha affermato il Segretario generale. «I benefici come il pagamento di assenze per malattia, per l’assistenza ai figli, il congedo parentale non sono di lusso, sono essenziali per il funzionamento delle nostre società. Estenderli ha inevitabilmente una dimensione di genere, poiché gran parte del lavoro delle donne è sottopagato e sottovalutato», ha concluso.

di Anna Lisa Antonucci