Nel pieno delle tensioni con Ankara nel Mediterraneo

La Grecia acquista armamenti

(FILES) This file photo taken on February 10, 2020 shows a French Rafale fighter jet approaching to ...
14 settembre 2020

Nel pieno della crisi con Ankara nel Mediterraneo orientale, la Grecia si riarma.

Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha annunciato ieri un piano per un «ingente» acquisto di aerei e navi da guerra, oltre all’arruolamento di migliaia di altri soldati. Atene, ha precisato Mitsotakis, acquisterà 18 nuovi aerei da combattimento Rafale di fabbricazione francese, quattro elicotteri per la marina e quattro nuove fregate, mentre ne ristrutturerà altre quattro. Inoltre, l’esercito otterrà ulteriori armi anticarro, nuovi siluri e nuovi missili guidati, oltre ad arruolare 15.000 militari nell’arco dei prossimi cinque anni. «È giunto il momento di rafforzare le nostre forze armate: è un programma robusto che diventerà uno scudo nazionale», ha detto il premier.

La Francia, in prima linea contro le rivendicazioni nel Mediterraneo del presidente turco, Recep Tayyip di Erdoğan, ha prontamente espresso soddisfazione, in particolare per l’acquisto dei Rafale.

Poche ore dopo l’annuncio di Mitsotakis, il governo della Turchia ha fatto sapere che la nave da ricerca sismica Oruç Reis, da settimane impegnata in controverse esplorazioni proprio nelle acque della zona contesa con la Grecia, con tanto di navi militari di appoggio, ha concluso — almeno per il momento — le operazioni ed è rientrata in porto.

Turchia e Grecia, entrambi membri della Nato, sono ai ferri corti sui ricchi giacimenti di idrocarburi nel Mediterraneo orientale: Ankara rivendica il diritto di sfruttare quei giacimenti, che Atene considera sotto la sua sovranità. La tensione cresce da settimane, da quando la Turchia ha inviato, il 10 agosto scorso, una nave da esplorazione, accompagnata da navi da guerra, in acque rivendicate dalla Grecia, che ha reagito avviando manovre navali per difendere il proprio territorio marittimo.

La questione è stata già al centro del dibattito nel recente vertice Med-7 di Ajaccio e l’intero dossier (insieme a quello più allargato dei diritti di esplorazione del gas nell’area) sarà all’ordine del giorno del Consiglio europeo del 24 e 25 settembre prossimi.