Un ragazzo non vedente si candida alle comunali ad Albano Laziale

La differenza in politica

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10 settembre 2020

«Voglio migliorare le vite degli altri, non far pesare agli altri la mia». Andrea Titti, classe 1981, è candidato alle elezioni comunali di Albano Laziale con la lista ViviAmo Albano. Cosa ha di speciale? Andrea nasce con una malattia congenita agli occhi, che sin dall’età di 4 mesi lo ha costretto a sottoporsi a una serie di interventi chirurgici in Italia e all’estero. Grazie al suo carattere forte, alla famiglia, agli insegnanti e agli amici che della sua particolarità non ne hanno fatto mai un problema, a scuola ha costruito la sua personalità e ha imparato ad accettarsi. A 20 anni la situazione si è aggravata e ha perso completamente la vista. Da quel momento la sua vita è cambiata totalmente.

«Praticamente l’ho dovuta ricostruire da zero e non è stato semplice — ha spiegato Titti —. Ma soprattutto ritengo di non avere messo ancora tutti i mattoni al posto giusto. Forse è normale, perché credo che non si finisca mai di costruirsi il proprio vissuto fino a quando si continua a vivere».

Quando qualcuno gli chiede quali difficoltà incontra un diversamente abile in campagna elettorale, Andrea risponde con una battuta. «La più grande è raccogliere preferenze, come tutti».

Poi diventa serio e fa notare che sono almeno due i problemi. «Il primo è fisico — dice — e riguarda la possibilità di spostarsi rapidamente da un posto all’altro e di avere facilità di contatto con le persone. Il secondo, più serio, quello di essere valutato per ciò che si è, per ciò che si propone, per ciò che si è fatto nella propria vita e nel proprio lavoro. La cosa peggiore consiste nell’essere etichettato solo come “il candidato disabile”, messo in lista per fare colore, come una specie di animale protetto, che può arrivare a un certo punto, ma non potrà mai oltrepassare una certa soglia. Io mi candido per vincere, non per fare testimonianza, io faccio politica per incidere, non per lamentarmi della mia condizione».

Eppure per un non vedente alcuni ostacoli nell’amministrazione di una città ci sono, ma Andrea ha già le idee chiare. «In realtà non c’è nessun problema inerente la mia condizione di disabile — ha specificato —. Semmai dovrò imparare più rapidamente possibile a mettere in pratica i progetti a cui tengo, portando avanti con onore il mandato che i cittadini mi vorranno affidare. Potrei diventare il primo consigliere comunale non vedente nella storia di Albano Laziale. Vorrei che questo potesse diventare uno stimolo per tanti, disabili e non, che nella vita rinunciano a rincorrere i propri sogni e si deprimono davanti ai problemi. Deprimersi non è una cosa di cui vergognarsi, è uno stato umano, che può capitare a tutti, capita anche a me. La forza sta nel battere la depressione».

In questi giorni Andrea sta battendo il territorio per far conoscere la sua candidatura e i temi che gli stanno più a cuore. «In primo luogo sarà mio dovere sostenere in sede di consiglio il programma elettorale che la nostra coalizione sta presentando al giudizio dei cittadini. Con il candidato sindaco Massimiliano Borelli ho ragionato di alcune tematiche che mi stanno particolarmente a cuore, riscontrando in lui una totale unità di intenti — ha concluso Titti —. Su tutti l’accessibilità. A causa della pandemia abbiamo vissuto 3 mesi chiusi in casa e abbiamo sofferto molto. Vorrei far riflettere sul fatto che un disabile vive tutta la vita in lockdown, perché quello che a noi fa soffrire, per lui è la condizione normale di vita».

«Ecco — conclude poi Titti — perché serve una città accessibile e vivibile davvero per tutti. Vorrei occuparmi di lavoro, perché specialmente per i giovani è e sarà la vera emergenza, ad Albano come in Italia. I comuni hanno il dovere di creare le condizioni che generino opportunità in tal senso, attraverso la formazione e l’innovazione. In ultimo lo sport, affinché i suoi valori diventino un modello di sviluppo, ecologico, economico e sociale».

di Mirko Giustini