Messaggio pontificio al forum di Cernobbio

L’economia come “cura” al servizio della persona

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04 settembre 2020

«Di fronte a un futuro che appare incerto e difficile» l’economia «può diventare espressione di “cura”, che non esclude ma include, non mortifica ma vivifica, non sacrifica la dignità dell’uomo agli idoli della finanza, non genera violenza e disuguaglianza, non usa il denaro per dominare». Lo ha scritto il Papa in un messaggio inviato ai partecipanti al Forum di “European House - Ambrosetti”, in corso a Villa d’Este, Cernobbio, dal 4 al 5 settembre.

Dopo aver ricordato come quest’anno il confronto sugli importanti temi in agenda richieda «un impegno straordinario, per rispondere alle sfide provocate o rese più acute dall’emergenza sanitaria, economica e sociale», Francesco ha messo in luce «che dall’esperienza della pandemia tutti stiamo imparando che nessuno si salva da solo». Infatti, ha aggiunto, «ogni scelta personale ricade sulla vita del prossimo, di chi ci sta accanto ma anche di chi, fisicamente, sta dall’altra parte del mondo».

Del resto, ha osservato ancora il vescovo di Roma, «nella tragedia, che ancora attanaglia l’umanità intera, non sono bastate neppure la scienza e la tecnica». Mentre «l’elemento decisivo è stato il surplus di generosità e di coraggio, messo in atto da tante persone». Di conseguenza, ha suggerito il Pontefice, occorre «uscire dal paradigma tecnocratico, inteso come unico o prevalente approccio ai problemi». Insomma, «nei confronti sia della natura sia, a maggior ragione, delle persone, è necessario un cambiamento di mentalità che allarghi lo sguardo e orienti la tecnica, mettendola al servizio di un altro tipo di modello di sviluppo, più sano, più umano, più sociale e più integrale». E in proposito ha concluso incoraggiando i partecipanti a «costruire modalità nuove di intendere l’economia e il progresso, combattendo ogni emarginazione, proponendo nuovi stili di vita, dando voce a chi non ne ha».

Messaggio del Papa