Gli sciami di meteore nelle notti estive

Inseguendo la luce delle Perseidi

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02 settembre 2020

Se anche voi avete trascorso qualche serata a rivolgere lo sguardo verso il cielo, vi sarete di sicuro chiesti chi sono e da dove vengono le indiscusse ospiti d’onore dei nostri cieli estivi: le stelle cadenti, quei lampi che all’improvviso tracciano splendenti binari nelle torride notti estive per poi sparire e lasciarci ai nostri desideri.

All’origine dell’intera storia c’è Swift-Tuttle, una cometa scoperta nel 1862, che completa il suo giro attorno al Sole ogni circa 130 anni (con l’ultimo passaggio compiuto nel 1992). Come ogni cometa, quando vicina al Sole, Swift-Tuttle lascia sul suo percorso dei piccoli frammenti che definiamo “meteoroidi”. Questi frammenti formano una vera e propria nuvola di materiale che, semplificando un po’, resta vicina all’orbita, alla lunghissima traiettoria della cometa; è come se i frammenti volessero continuare il loro viaggio, intestarditisi, quasi come un passeggero che si mette a correre sul marciapiede dopo essere sceso alla fermata sbagliata.

Con un punto di vista un po’ inusuale, si dia il caso che, mentre i frammenti fanno del loro meglio per continuare la corsa, un’altra viaggiatrice, ben più grande di una cometa, si trovi di passaggio sullo stesso pezzo di strada. La Terra, il nostro autobus con più di qualche miliardo di passeggeri, interseca la fascia di meteoroidi creata dalla cometa Swift-Tuttle ogni anno tra luglio e agosto. Non sono le stelle cadenti a venire da noi, siamo noi che andiamo letteralmente ad investire i frammenti che sono lì, d’intralcio alla nostra orbita, già da molti anni. Infatti, i meteoroidi impiegano diverso tempo ad espandere il proprio cammino verso l’orbita terrestre: quelli che vediamo oggi come stelle cadenti sono stati rilasciati dalla cometa almeno nel penultimo passaggio del 1862. È un po’ strano se ci pensate: ogni stella cadente, ogni pietruzza che vedete oggi brillare nel vostro cielo potrebbe essere già stata osservata dai nonni dei vostri nonni, se non prima, mentre cavalcava la coda di una cometa. I meteoroidi diventano meteore mentre fanno ingresso nell’atmosfera terrestre, il momento in cui si accendono e si consumano rapidamente a causa dell’attrito della nostra atmosfera. Ci si può accorgere di come sembrano tutte provenire da un punto preciso della volta celeste, che per i frammenti della Swift-Tuttle è vicino alla costellazione di Perseo. Ed è proprio da qui che viene il nome Perseidi, utilizzato per definire lo sciame meteorico delle nostre estati.

Se alcuni di voi pensano che sia raro vedere una stella cadente, pensate che, durante il picco dello sciame (che è appunto sempre vicino alla notte di san Lorenzo), si può arrivare ad osservarne cento in un’ora: probabilmente abbastanza da esprimere i desideri. E se per questo 2020 siamo già a distanza dalla nube di frammenti, non vi resterà che pensare più attentamente a quale desiderio esprimere a partire dal prossimo 17 luglio, quando incroceremo di nuovo la nostra orbita con quella delle Perseidi.

di Paolo Marzioli