Colpiti soprattutto i bambini nelle aree più povere del mondo

Il virus aumenta le disuguaglianze

uni316642.jpg
12 settembre 2020

A sei mesi dalla dichiarazione di pandemia da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è «catastrofico» l’impatto del coronavirus sui bambini nelle aree più povere del mondo.

In un rapporto, le organizzazioni umanitarie internazionali hanno infatti indicato che in queste zone, nel 2020, ci saranno 117 milioni di minori a rischio povertà, dieci milioni di bambini potrebbero non tornare mai più a scuola e ottanta milioni rischiano di non potere accedere ai vaccini essenziali.

Lo studio, basato su una vasta indagine globale condotta in 37 Paesi, evidenzia, tra l’altro, un aumento delle disuguaglianze e del gender gap, oltre ad un raddoppio delle violenze domestiche.

Secondo il rapporto, 3 famiglie su 4 nel mondo hanno dichiarato di avere perso parte del proprio reddito, 2 su 3 non riescono a sfamare adeguatamente i propri figli e 9 su 10 non possono accedere alle cure mediche. Ad essere più colpiti sono soprattutto i nuclei già in povertà prima della pandemia: tra questi l’82 per cento ha subito diminuzioni del reddito rispetto al 70 per cento delle famiglie non povere.

Molto pesanti le conseguenze anche sul fronte dell’educazione, con ben 8 bambini su dieci che, con la chiusura delle scuole, hanno interrotto del tutto ogni forma di apprendimento. E solo meno dell’1 per cento dei minori più poveri ha accesso a internet e alla didattica a distanza.

Bambine e bambini privati della possibilità di studiare e sempre più esposti al rischio di subire violenze, anche in casa, e di essere costretti ad andare a lavorare per aiutare le famiglie. Una condizione, indica lo studio, che incrementa ancora di più i gender gap, facendo pagare il prezzo più alto alle ragazze e alle bambine, che con la pandemia hanno dovuto occuparsi sempre più delle faccende domestiche (nel 63 per cento dei casi, contro il 43 per cento per i maschi), rinunciando così allo studio e rischiando di doversi sposare prematuramente spesso con uomini molto più grandi di loro.