I palestinesi si rifiutano di presiedere il Consiglio della Lega araba

FILE PHOTO: Palestinian Foreign Minister Riyad al-Maliki is seen during preparatory meeting for the ...
23 settembre 2020

A distanza di giorni, gli Accordi di Washington firmati lo scorso 15 settembre fra Israele ed Emirati Arabi Uniti e fra Israele e Bahrein continuano a provocare reazioni.

Mentre la maggior parte dei Paesi occidentali ha accolto molto positivamente l’evento, vedendolo come un importante passo in avanti verso la normalizzazione delle relazioni internazionali in Medio Oriente, reazioni di tutt’altro segno si sono invece verificate in Iran e Palestina. Infatti, dopo le immediate dichiarazioni critiche espresse dal presidente iraniano Hassan Rouhani e dal primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh, il quale ha definito il 15 settembre un “giorno nero” per il mondo arabo, è giunta la notizia che la rappresentanza palestinese ha deciso di rinunciare alla presidenza dell’ultima sessione del Consiglio della Lega araba in segno di protesta contro gli Accordi. L’annuncio di questa simbolica presa di posizione è stato dato il 22 settembre da parte del ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki, il quale ha però precisato allo stesso tempo che il gesto non indica assolutamente un’intenzione da parte palestinese di uscire dalla Lega.

Fondata nel 1945 da Egitto, Iraq, Libano, Arabia Saudita, Yemen e Siria (la cui membership è stata però sospesa nel novembre 2011 in seguito agli sviluppi della guerra civile), la Lega araba è un’organizzazione internazionale con sede al Cairo. Essa nasce con lo scopo di rafforzare i legami di cooperazione fra i Paesi membri, che al momento attuale sono 22, più 5 osservatori. La Palestina ne fa parte dal 1976 come Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), prima di assumere l’attuale denominazione nel 1988. La presidenza delle sessioni del Consiglio viene assegnata a rotazione, e questa volta sarebbe stato il turno della Palestina.

Lo scorso 9 settembre, la rappresentanza palestinese aveva proposto in seno al Consiglio una risoluzione che condannava la decisione di Abu Dhabi e Manama di normalizzare i rapporti con Israele, ma a seguito di una discussione durata 3 ore, questa non era stata accolta dagli altri Paesi membri. Commentando l’esito di questo dibattito il segretario generale della Lega, il diplomatico egiziano Ahmed Aboul Gheit, ha dichiarato che la causa palestinese rimane comunque un tema di primaria importanza per l’organizzazione. Nel frattempo, continuano le proteste di piazza contro gli Accordi in alcune città palestinesi, dove centinaia di persone sfilano denunciando il “tradimento” verso la loro causa da parte degli altri Paesi arabi.

di Giovanni Benedetti