È morto il musicologo Mario Messinis

Filotei_9_x.jpg
09 settembre 2020

Senza precedenti per intere generazioni. Sarà decisamente un avvenimento senza precedenti per molti non vedere quest’anno Mario Messinis tra il pubblico della Biennale Musica di Venezia. Da decenni non se ne era persa una e dal 1979 al 1996, con qualche interruzione, ne aveva dirette più di una decina. Il grande musicologo è morto ieri nella sua Venezia all’età di 88 anni, lasciando al Teatro La Fenice, che lo ha visto sovrintendente dal 1998 al 2001, il compito di dare l’annuncio e la triste incombenza di esporre sulla facciata la bandiera a mezz'asta.

Critico acuto e grande organizzatore culturale, come talvolta accade a quelli particolarmente capaci ha ricoperto a lungo importanti incarichi in alcune delle maggiori istituzioni culturali italiane, non solo in laguna. Quando la Rai aveva ancora più di un’orchestra sinfonica, fu direttore artistico prima di quella di Torino, dal 1986 al 1989, e subito dopo di quella di Milano, fino al 1994. Lì ha ideato un festival interamente dedicato a Bruno Maderna: ventitrè concerti, un convegno e una serie di serminari che indagavano sull’attività di un grande compositore da poco scomparso.

A farne un protagonista del mondo musicale è stata proprio l’attenzione alla contemporaneità, soprattutto alla Biennale, divenuta sotto la sua guida una delle realtà più aggiornate in questo ambito. Con passione e curiosità non comuni, Messinis è stato capace di mettere in luce i passaggi cruciali della post avanguardia firmando manifestazioni come «Dopo l’avanguardia: prospettive musicali intorno agli anni ‘80» (1981), «Con Luigi Nono» (1993) o «L’ora di là dal tempo» (1995).

Ultimamente arrivava in teatro in motoscafo, evitando passeggiate troppo lunghe tra le calli e i campi di Venezia. Assieme a qualche acciacco portava con sé una curiosità che non si era spenta negli anni. Aveva le sue idee, ma non la spocchia di chi le vuole imporre a ogni costo. Era rimasto aperto al mondo, soprattutto ai giovani, che come ha sottolineato il direttore artistico della Biennale Musica, Ivan Fedele, «sosteneva a prescindere dal loro orientamento estetico».

Massimo Cacciari ha chiesto al Comune di intitolargli un’istituzione.

di  Marcello filotei