Il sostegno di Acli Sardegna a una fondazione colombiana che si occupa dei bambini di strada

Carità che fiorisce dove regna la violenza

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11 settembre 2020

I quartieri più poveri di Cali posso essere molto pericolosi. Perciò i volontari della Fundació de los niños del mundo siempre amigos distribuiscono alimenti col sostegno della polizia colombiana. Negli ultimi giorni, inoltre, i bambini e le loro famiglie hanno ricevuto 1.600 mascherine per contrastare il diffondersi della pandemia. Autore di questa donazione è Acli Sardegna, che ha fatto avere il denaro necessario a questa fondazione cattolica che si occupa di bambini di strada, di persone in povertà estrema e della loro formazione sacramentale.

«La fondazione collabora strettamente con le parrocchie», racconta a «L’Osservatore Romano» Karen Guerrero, presidente dell’organizzazione. «Io sono una catechista da oltre sei anni. Ho iniziato coniugando la catechesi con la preparazione ai sacramenti di bambini e adulti. Poi, vista la situazione di povertà, ho cominciato a preparare e distribuire cibo dopo gli incontri». In Colombia la piaga del traffico di droga è la principale fonte di violenza, corruzione e soprusi. Il controllo sociale esercitato in alcune zone mette a rischio anche i cristiani che fanno la carità. «Le forze dell’ordine sono un alleato importante per le mie attività» — spiega Karen — perché opero in luoghi ad alto rischio in cui sta prendendo piede il narcotraffico, la criminalità, la prostituzione minorile, l’abbandono forzato delle case. Pertanto, per raggiungere molti di questi quartieri a Cali, tanti anni fa insieme alla parrocchia abbiamo chiesto l’aiuto della polizia». Oggi questi uomini e queste donne sono un alleato fondamentale che consente alla Fundació di svolgere la proprie attività. Non solo accompagnando i volontari nelle aree più pericolose. L’ente cattolico, infatti, essendo stato registrato solo pochi mesi fa, non ha ancora una struttura e un’organizzazione solide. «La polizia ci sostiene nel trasporto del cibo, nel ritiro delle donazioni», continua la catechista. «Mi accompagnano sempre a consegnare gli aiuti e quando allestiamo un punto di distribuzione sono i primi a garantirmi la sicurezza». Il comandante della polizia metropolitana di Cali, Manuel Antonio Vásquez Prada, ha guidato personalmente molte iniziative della fondazione. Per le forze dell’ordine questa è un’occasione importante per rafforzare l’immagine delle istituzioni che appaiono più vicine alle persone bisognose.

A Cali la pandemia ha influito negativamente sulla condizione dei più poveri. Da un mese il numero dei contagi attivi è in costante calo ed è sceso sotto quota 130 mila. Il primo settembre il governo ha messo fine a un confinamento che durava da cinque mesi. Ciò che preoccupa è la saldatura creatasi tra l’emergenza sanitaria e le marcate disuguaglianze economica e sociale documentate anche dalla Banca mondiale. Durante il lockdown il centro storico della capitale economica del Paese si era svuotato di passanti e si era riempito di persone indigenti ed esuli venezuelani. In città è attivo anche un mercato nero di mascherine. Ciò espone i volontari che le distribuiscono al rischio di essere rapinati, perché i dispositivi di sicurezza sono diventati una fonte illegale di guadagno. Per questo motivo lo scorso maggio il fotoreporter italiano Antonello Zappadu e sua moglie, che vivono in Colombia da un decennio, hanno consegnato a Karen Guerrero 1.500 mascherine comprate grazie a donazioni provenienti dall’Italia. La Fundació de los niños del mundo siempre amigos e la polizia, poi, le hanno distribuite insieme ai pacchi alimentari ai poveri. Nelle settimane successive Acli Sardegna ha contribuito con una donazione di 1.600 mascherine e 700 mila pesos con cui sono stati assicurati 1.400 pasti.

«La pandemia ha acuito i problemi delle persone più deboli tra le quali ci sono molti i bambini». Così il presidente dell’associazione sarda dei lavoratori cattolici, Franco Marras, racconta come è nato questo atto di solidarietà. «Per noi è stato un gesto naturale che nasce dalla ragione per cui le Acli sono nate 75 anni fa — continua — per essere uno strumento di supporto alle persone che vivono in difficoltà, offrendo loro servizi, formazione, solidarietà. Questa è la nostra attività ordinaria che si declina in Sardegna, in Italia e all’estero, poiché da sempre siamo impegnati in progetti e iniziative nei luoghi dell’emigrazione italiana». Soprattutto in Argentina e Brasile, dove nel dopoguerra centinaia di migliaia di lavoratori hanno chiesto aiuto per migliorare le proprie condizioni lavorative o per cercare una casa. Le tecnologie e la scolarizzazione hanno cambiato lo scenario in cui operano le Acli. Oggi ci si occupa soprattutto di assistenza contributiva sulle pensioni, ma «in luoghi così lontani restano difficoltà che richiedono un approccio tradizionale», conclude Marras, a causa della disomogeneità tra la legislazione locale e quella europea.

Il gesto delle Acli può apparire come una goccia nell’oceano se si pensa che nel solo distretto di Agua Blanca — dove sono particolarmente attivi i volontari della fondazione cattolica — vivono quasi un milione di persone. In gran parte povere. Tuttavia ogni donazione è significativa perché fatta col cuore. È un atto di carità fiorito sulla terra tenera dell’amicizia tra persone che hanno messo in comune la propria rete di contatti col solo fine di aiutare i bambini di strada. Per tutto questo Karen Guerrero ringrazia Dio per ogni segno di carità che la sua fondazione può donare alle persone in difficoltà.

di Giordano Contu