La straordinaria voglia di vivere di Stefano Pietta, conduttore radiofonico affetto dalla nascita da tetraparesi spastica

Sulle onde della fede

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13 agosto 2020

Undici anni fa era una semplice voce che si occupava di intrattenimento sportivo in una minuscola radio locale. Oggi ha un’emittente tutta sua, per la quale cura la programmazione nei minimi dettagli, sceglie la musica da trasmettere, le interviste e gli approfondimenti da mandare in onda, le dirette da condurre in prima persona. Il tutto spinto da una fede e da una religiosità profonde che gli danno la forza di affrontare le difficoltà personali e professionali nella vita di ogni giorno. Potrebbe essere la storia di successo di un grande imprenditore della radiofonia nazionale e invece è quella molto più modesta, ma ugualmente simbolica e vincente, di un trentaseienne di Manerbio, cittadina di circa 13.000 abitanti in provincia di Brescia. Il suo nome è Stefano Pietta, nato prematuro, a sei mesi, con una tetraparesi spastica che lo obbliga a guardare la vita dal basso di una carrozzina, ma non si è mai lasciato limitare da questa sua condizione: «La disabilità è la mia vita, perché è una conseguenza del fatto che sia nato. Se non fossi disabile — racconta al nostro giornale — non sarei qui. Ecco perché non posso smettere di ringraziare i miei genitori, senza i quali non potrei gestire neanche le impellenze più elementari, come mangiare, bere o lavarmi; così come non posso cessare di dire grazie alla vita, che è meravigliosa, e al rapporto con Dio, che mi permette di affrontare la disabilità con uno spirito completamente diverso, più consapevole, più preparato a quello che mi aspetta ogni giorno. E mi ha consentito di condurre una vita di cui sono pienamente soddisfatto, anche perché posso coltivare l’hobby più amato e importante per me: la radio».

Ma partiamo dall’inizio, torniamo per un attimo al 2009: «La mia parrocchia, San Lorenzo a Manerbio, cercava volontari per la sua radio, una minuscola emittente che trasmette in fm e copre l’area del comune più pochi altri paesi limitrofi. A scuola mi ero diplomato come tecnico della gestione aziendale, ma ho sempre adorato il mondo della comunicazione; dunque mi feci avanti pur non avendo alcuna esperienza specifica. E andò bene, perché il parroco di allora decise di affidarmi una rubrica di intrattenimento sportivo, con informazione su eventi nazionali e locali, da condurre insieme con un’altra “voce”». I risultati non tardarono ad arrivare, in termini di ascolti: «Cominciammo a ricevere complimenti e riscontri da parte di chi ci seguiva. Insomma, il programma funzionava, al pubblico piaceva. E io cominciai a innamorarmi della radio, al punto che mi venne in mente di metterne su una tutta per me».

Stefano è un tipo molto concreto, così in poco tempo allestì una web-radio, cioè un’emittente che si può ascoltare tramite internet, in piena regola: «Sette anni fa ho creato Steradiodj (www.steradiodj.it), che trasmette 24 ore al giorno in streaming, ma che è ascoltabile anche tramite app e con i podcast, oltre a essere presente sui principali social media. Il palinsesto è fatto di musica, ma anche di interviste, approfondimenti e dirette condotte da me. Faccio un po’ tutto, insomma, dalla mia postazione di casa dove il pomeriggio e la sera mi trasformo in deejay, conduttore, giornalista e tecnico nello stesso tempo». Sì, perché quello della radio, per Pietta, è un hobby. Un lavoro, quello vero, lo ha già: «Ho un contratto a tempo indeterminato, part time, con un’azienda che produce metalli speciali. Mi occupo di inserimento dati, tramite il telelavoro. Fino all’ora di pranzo sono tutto per loro, subito dopo passo a occupare la postazione da cui gestisco Steradiodj, che è la mia creatura prediletta». Quali sono gli argomenti più affrontati nel palinsesto? «Questa radio nasce con il preciso obiettivo di approfondire due grandi temi come l’inclusione e la disabilità. E il profondo rapporto che ho con la fede e con Dio — spiega — è per me un formidabile carburante per affrontarli nel modo migliore. La fede, secondo me, ha questo di incredibile: ti dà la carica senza che tu neanche te ne accorga. Quando sono al microfono per affrontare questi temi sento che le parole vengono da sole, mi risulta tutto più facile, e più volte mi sono fermato a riflettere sul fatto che sì, forse è davvero merito di Dio se sono così felice nel fare quello che faccio ogni giorno e se la mia condizione di disabilità non la vedo come un limite, ma piuttosto come un’opportunità. Quando poi mi capitano le giornate no, quei momenti di sconforto che si verificano nella vita di chiunque, sapere di poter contare sul sostegno della fede mi aiuta a risollevarmi sempre».

La disabilità e l’inclusione sono due temi molto cari a Papa Francesco: «Lo so bene e lui mi piace moltissimo proprio per questo. Mi dà un enorme conforto sapere che la Chiesa si adoperi concretamente e costantemente per includere gli emarginati, gli ultimi, le minoranze, i poveri, i più sfortunati del mondo. Io spero, nel mio piccolissimo, di dare una mano. Così come sogno, un giorno, di incontrare il Santo Padre». Stefano, nonostante la sua disabilità, è un vulcano di iniziative, voglia di vivere e di essere utile agli altri: è volontario onorario per la Croce rossa di Brescia, è stato aiuto-allenatore di diverse squadre di calcio di adolescenti della sua zona, è riuscito a incontrare grazie alla sua piccola radio tante star della musica (da Jovanotti a Ligabue, da Francesco De Gregori a Gianna Nannini, ma l’elenco sarebbe lunghissimo): «Mi piace conoscere sempre nuove persone, confrontarmi con gli altri, farmi nuovi amici per riceverne conoscenze e arricchimento. Per questo — conclude — mi permetto di invitare anche i lettori de L’Osservatore Romano. Un piccolo regalo: provate ad ascoltare la mia radio e magari a contattarmi per scambiare qualche idea». Stefano, quest’uomo con l’argento vivo addosso e la forza della fede dentro di sé, se lo merita tutto.

di Valentino Maimone