Questo mese "Percorsi"

Riformare si può? Le teologhe a confronto

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29 agosto 2020

Riformare, e non solo a parole. Vincendo le resistenze e abbattendo gli ostacoli, a partire dal ruolo delle donne nella Chiesa; riflettendo sulla realtà stessa della Chiesa, che deve essere riscoperta come luogo di relazioni fraterne-sororali; discutendo sulla legge, il diritto codificato spesso interpretato come gabbia che impedisce i processi di trasformazione invece che come strumento di libertà.

E’ questo il contenuto del webinar del Coordinamento delle teologhe italiane del 5 settembre, dal titolo “Riformare si può?”, in linea col tema di riflessione lanciato dal Cati (Coordinamento associazioni teologiche italiane) per il biennio 2019-2020. Visto che con le regole anti-Covid non è possibile fare un seminario dal vivo, e volendo comunque affrontare entro l’anno un tema tanto sentito e delicato, ha preso il via l’idea del confronto sul web tra quattro teologhe con punti di vista disciplinari differenti e due osservatrici, per stimolare una riflessione sulle profonde resistenze che impediscono un processo di riforma vero, che parta dalla valorizzazione delle donne e conduca alla riscoperta della Chiesa come luogo di relazioni con gli altri.

Il programma conta quattro interventi. Simona Segoloni Ruta, docente di Ecclesiologia (a pag. 9 la recensione del suo ultimo libro), parla proprio sulla funzione della Chiesa intesa come luogo, il titolo è : “Dove due o tre. Ri-dare forma alle relazioni ecclesiali”. L’ intervento di Donata Horak, docente di Diritto canonico, verte su “Legge di libertà. Per la conversione delle forme e delle procedure”. La relazione di Stella Morra, docente di Teologia fondamentale e direttrice del “Centro Fede e Cultura Alberto Hurtado” della Pontificia Università Gregoriana, è su “Premesse e pratiche: il prima e il dopo”. Lucia Vantini, docente di Antropologia teologica e vice presidente delle teologhe italiane sviluppa la traccia “Resistenze e inconscio collettivo. Quando la buona volontà non basta” analizzado le resistenze inconsce che rendono più difficile il rinnovamento. “Anche i processi di riforma più rivoluzionari e inclusivi - scrive Vantini nell’abstract del seminario - possono custodire al loro interno residui di un inconfessato androcentrismo, che diviene resistenza o vero e proprio ostacolo al sogno di comunità realmente aperte alle differenze”.Il corso (anche in diretta Facebook) inizia il 5 settembre alle 9.30 sulla piattaforma zoom del sito delle teologhe e si conclude alle 18. Prevede, dopo le relazioni e il dibattito con le osservatrici Serena Noceti e Letizia Tomassone, laboratori guidati, la possibilità di fare domande e la replica delle relatrici.

di Lilli Mandara

Iscrizioni sul sito del Coordinamento delle teologhe italiane (www.teologhe.org).