PER LA CURA DELLA CASA COMUNE
L’esperienza degli orti sociali a Gela ispirata all’enciclica «Laudato si’»

Per vivere insieme
la bellezza del creato

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07 agosto 2020

«Per me l’impegno sociale non è una novità, ma l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco ha aperto una strada ancora inesplorata, inedita per certi versi. Siamo oltre l’attivismo e l’impegno ideologico, l’enciclica richiama la dedizione delle prime comunità a costruire il pianeta rendendole responsabili nella cura. Ed è proprio il valore della cura della Casa comune che ci ha permesso di realizzare la prima esperienza di orti sociali»: è quanto racconta al nostro giornale Enzo Madonia, presidente della comunità Laudato si’ di Gela, in Sicilia.

Sparse in tutto il territorio nazionale e nate dall’idea di monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, e di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, nello spirito dell’enciclica e in omaggio all’opera di Francesco d’Assisi, che per primo fu interprete di una vita in armonia con gli uomini e con la natura, la comunità di Gela è sorta poco più di un anno fa. Essa lavora a stretto contatto con la diocesi di Piazza Armerina, guidata da monsignor Rosario Gisana, ed è stata fondata da Enzo Madonia, una vita nello scoutismo, e promtore della prima Casa del Volontariato del sud Italia con il MoVI.

L’idea di creare una comunità in un territorio particolare e anche difficile come quello gelese, caratterizzato da problematiche ambientali e sociali rilevanti (la presenza per oltre mezzo secolo dello stabilimento petrolchimico, l’alta percentuale di disoccupazione soprattutto giovanile) sembrava un’utopia; questa realtà invece in poco tempo, e nonostante le difficoltà provocate dall'emergenza sanitaria da covid-19, sta aggregando con il passare dei giorni famiglie, singoli cittadini, associazioni ed enti su tematiche rilevanti che sono ispirate dall’enciclica di Francesco.

«Pensare in modo integrale la connessione tra problemi sociali ed ecologici — spiega Madonia — significa trovare delle chiavi di lettura e di azione che aprono ad alleanze dentro i territori». Ed è proprio il valore della cura della casa comune che nella cittadina siciliana, fondata dai greci nel v secolo a. C., ha permesso a tante famiglie volenterose e speranzose di un futuro diverso e migliore di realizzare la prima esperienza di orti sociali.

All’iniziativa, ricorda Enzo Madonia, si sono avvicinate una sessantina di famiglie, «insieme facciamo autoproduzione di ortaggi senza l’utilizzo di pesticidi e veleni in un terreno che si trova all’interno della scuola fondata da padre Giovanni Minozzi. Il senso di quello che facciamo — aggiunge — non è solo quello di autoprodurre, ma di nutrirci prendendoci cura della terra che non viene sfruttata, ma curata: ogni piccolo orto è un giardino della biodiversità». L’iniziativa non è solo sociale ma anche social perché i tempi di maturazione e le attività vengono prontamente comunicate nella pagina Facebook e le famiglie avvisate via Whatsapp quando gli ortaggi sono pronti per essere raccolti e consumati. Una parte dei prodotti, inoltre, viene devoluto alla Caritas locale.

E in una città, dove in passato si sono consumate faide criminali, gli orti, senza alcun dubbio, rappresentano una novità, tant’è che hanno attirato l’attenzione di molte famiglie con bambini piccoli della fascia da zero a 6 anni. Ciò ha permesso alla scuola cattolica di avere più iscrizioni e di evitare la chiusura per mancanza di alunni. In quest’area “agricola” grandi e bambini imparano a cooperare, a coltivare la terra, a raccoglierne i frutti e poi a cucinarli a mensa. Prodotti a chilometri zero con la soddisfazione di tutti. Non solo, i bambini si avvalgono della collaborazione di un contadino che, grazie a questa iniziativa, ha avuto l’opportunità di essere assunto con un contratto. «Ecco che l’enciclica diventa un progetto educativo. Il nostro vescovo Gisana, insieme a monsignor Pompili — sottolinea Madonia — è stato sin dall’inizio promotore di questo percorso in cui i laici si aggregano e propongono percorsi lavorativi che impattano sulla vita pubblica. Tutto fatto con serietà, senza secondi fini, con la consapevolezza che siamo in una fase di non ritorno e ciascuno di noi ha un impatto decisivo sulla custodia della casa comune». Ma non finisce qui. La comunità Laudato si’ ha anche organizzato il mese scorso il primo Bike Day Gela con l’obiettivo di convincere l’amministrazione comunale a realizzare piste ciclabili in città. L’evento, però, non ha avuto luogo per l’eccessivo e inaspettato numero di adesioni. Un successo incredibile che incoraggia la grande rete associativa a continuare il percorso avviato per proporre una visione moderna di sviluppo del territorio. Il Bike Day Gela si terrà il prossimo settembre, durante la settimana europea per la mobilità sostenibile.

Infine, il progetto più importante a cui la comunità Laudato si’ sta lavorando è l’avvio di una stretta collaborazione con l’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia per realizzare, a breve, un Centro polispecialistico per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei disturbi del linguaggio e dell’apprendimento nell’età evolutiva e un parco educativo multisensoriale per l’ecologia integrale che si chiamerà La casa di Francesco.

di Francesco Ricupero