5 domande

Lella Costa: “Da Edith Stein lezione di dignità”

Lella Costa (foto Lorenzo Piano - da mismaonda.eu)
29 agosto 2020

Cosa ci ha lasciato Edith Stein? “Il rammarico di averla persa troppo presto: oggi avremmo bisogno del suo pensiero profondo per capire il presente e soprattutto i tempi che ci aspettano”, risponde Lella Costa, attrice, scrittrice, femminista, attivista per i diritti civili: alla parabola umana e religiosa di Santa Teresa Benedetta della Croce, nata Edith Stein, ha dedicato nel 2019 il libro Ciò che possiamo fare - La libertà di Edith Stein e lo spirito dell’Europa (Solferino) portandone poi in scena le parti salienti.

Cosa sapeva di questo straordinario personaggio prima di scrivere il libro?

“Molto poco a parte l’immensa dignità di Edith, il coraggio e l’atroce paradosso della sua fine: nata ebrea, cresciuta atea e poi convertita al cattolicesimo, venne trucidata ad Auschwitz-Birkenau. Il suo martirio sintetizza lo scempio di qualunque violenza e discriminazione”.

Lei è credente?

“No, e il mio non esserlo è una forma di totale apertura: non giudico, amo condividere il cammino con persone dotate di profonde convinzioni religiose che non mi considerano perciò come un’estranea. Avermi proposto di scrivere il libro ha rappresentato quasi una scommessa, la ricerca di un punto di vista diverso”.

Cosa, secondo lei, ha rappresentato nella nostra storia Edith Stein-Santa Teresa Benedetta della Croce?

“L’eccellenza del pensiero femminile: possedeva un’intelligenza sterminata, rigore, capacità di approfondimento e sapeva rendere empatico anche il linguaggio filosofico più alto, difficile. La sua vita dimostra l’insensatezza delle discriminazioni di genere: un secolo fa il rifiuto di ammetterla all’attività accademica fu un presagio dell’oscurantismo dei tempi successivi”.

Qual è il messaggio che può trasmettere invece alle donne di oggi?

“La necessità di difendere la dignità femminile, il dovere di impegnarsi, la pietas nei confronti degli altri. Anche se riconosceva alle donne la sola identità di mogli e madri, Edith aveva a cuore le battaglie per il riconoscimento del contributo femminile alla società ed è stata per questo accostata alle suffragette e alle femministe”.

E cosa può offrire all’Europa di cui è patrona?

“Una straordinaria lezione di tolleranza, dialogo, inclusione. Edith è stata un ponte tra due religioni e due culture: nata prussiana, ha visto la sua terra diventare polacca. La sua morte da martire è un monito perché certi orrori non si ripetano. Se l’intero corpo accademico di Gottinga non avesse osteggiato la sua carriera universitaria, in quanto donna, appoggiando invece Martin Heidegger come erede della cattedra del filosofo Edmud Husserl, forse la storia avrebbe avuto un corso diverso”.

di Gloria Satta