Inaugurato il nuovo viadotto a due anni dal crollo del ponte Morandi che provocò 43 morti

L’Italia riparte da Genova

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04 agosto 2020

«Le responsabilità non sono generiche, hanno sempre un nome e un cognome. Sono sempre frutto di azioni che dovevano essere fatte o di omissioni che non dovevano essere compiute. Quindi è importante che vi sia un’azione severa, precisa e rigorosa di accertamento delle responsabilità». Usa parole dure, non scontate, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nell’incontrare i parenti delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi, avvenuto due anni fa a Genova. È stato un incontro privato in Prefettura, poco prima dell’inaugurazione ufficiale del nuovo viadotto, il ponte San Giorgio.

Mattarella ha chiesto «un rigoroso accertamento delle responsabilità» perché l’inaugurazione del ponte «non è la chiusura di quanto avvenuto ma la conseguenza di quanto avvenuto. Ed è un modo di ricordare la tragedia: chiunque vedrà il ponte a Genova avrà sempre in mente che il ponte è lì perché un altro ponte è crollato. E sicuramente lo ricorderà la Repubblica».

Sono passati 720 giorni da quel 14 agosto del 2018 in cui il viadotto Polcevera, noto come ponte Morandi, nella zona dei quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, crollò parzialmente provocando 43 morti e 566 sfollati. Nel febbraio 2019 ne è avviata la demolizione completa, mediante tecniche di smontaggio meccanico. La demolizione è culminata nella distruzione con esplosivi dei due piloni superstiti avvenuta il 28 giugno 2019 e poi terminata con la demolizione dell’ultima pila il 12 agosto 2019. A progettare il nuovo viadotto è stato l’architetto Renzo Piano. «Oggi Genova riparte forte della sua operosità, come ha fatto in tanti momenti della sua storia, confidando nella forza del lavoro. Mostra un Paese che, a dispetto degli stereotipi, sa rialzarsi, che sa tornare a correre» ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Il Ponte crea una nuova unità, genera nuova fiducia, ha la funzione di riavvicinare, e lo spero fortemente, i cittadini di Genova, dell’Italia intera, allo Stato» ha aggiunto, sottolineando che «non siamo qui per tagliare un nastro, e forse non è neanche facile abbandonarsi a intenti celebrativi. È ancora troppo acuto il dolore della tragedia».

All’inaugurazione ha partecipato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova e presidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa. Il viadotto è stato benedetto dall’arcivescovo di Genova Marco Tasca.

Dopo il taglio del nastro, sopra il nuovo ponte sono passate le Frecce tricolori che hanno disegnato la bandiera italiana e poi quella di San Giorgio, simbolo di Genova. Contemporaneamente hanno risuonato le campane della chiesa di Coronata e le sirene delle navi in porto.