Il cardinale Parolin a Lourdes

L’evangelizzazione è servizio al prossimo nella verità

Cardinal Pietro Parolin (C), special envoy from the Pope, celebrates the Sunday mass in front of a ...
17 agosto 2020

L’evangelizzatore è tale proprio perché non ha altri interessi che quelli di Cristo. E gli interessi di Gesù rendono disinteressati e umili. È questo uno dei passaggi centrali del discorso che il cardinale Pietro Parolin ha rivolto ai membri della famiglia dell’Assunzione incontrandoli in un luogo mariano per eccellenza — il santuario di Lourdes — nel giorno in cui la Chiesa celebra l’assunzione di Maria Vergine, sabato 15 agosto. Davanti a un’assemblea formata dalle cinque congregazioni religiose apostoliche che formano l’istituto — convocate a Lourdes, dal 12 al 17 agosto, per il 147° pellegrinaggio nazionale, e nel ricordo dei 175 anni dalla fondazione da parte di Emmanuel d’Alzon — il segretario di Stato ha sottolineato come i consacrati si trovino nel cuore stesso della Chiesa non come un «gruppo di professionisti» ma come «una famiglia di fratelli»: non come una ong, direbbe Papa Francesco, ma come un vera comunità di fede.

«Il Signore — ha detto il porporato — ha ascoltato il grido degli uomini che ha incontrato e si è fatto loro prossimo, perché non aveva niente da difendere, e niente da perdere». In effetti, ha aggiunto, il «fatto che Dio sia marginalizzato e ridicolizzato ci mette nella condizione di meditare sempre sull’“ultimo posto” che egli ha scelto per sé e per i suoi testimoni». È questa la vera «riserva di grazia» che impedisce «l’idolatria e rende attivi negli ambiti complessi del dialogo ecumenico e del dialogo interreligioso». Allo stesso tempo, solo un Dio «marginalizzato, negato e ridicolizzato è in grado di renderci solidali con i poveri e gli esclusi di questo mondo» e con la stessa «casa comune», che è «il nostro pianeta, ferito da dei sistemi economici rapaci e dalle organizzazioni criminali».

Il fatto poi che oggi «non siamo più i soli a produrre la cultura, né i primi, né i più ascoltati» rende «liberi dai meccanismi perversi della “liquidazione”». Si entra in “liquidazione” quando si cerca di «piacere all’altro», di «sedurlo». E l’evangelizzazione non «è la seduzione del prossimo, ma il servizio del prossimo nella verità». Allo stesso modo, ha sottolineato il segretario di Stato — riprendendo le parole di Papa Francesco durante l’incontro con la Curia romana del 21 dicembre 2019 — una volta ancora il fatto che «non siamo più i soli oggi a produrre la cultura, né i primi, né i più ascoltati » rende liberi da ogni forma di interesse.

Il cardinale ha anche fatto riferimento a un filo rosso che unisce il tempo della fondazione della famiglia dell’Assunzione con la vita contemporanea quotidiana: «La fine del regime di cristianità che ha caratterizzato in diversi modi la storia a partire dal iv secolo». Infatti, il fondatore, nato immediatamente dopo la Rivoluzione francese, ha vissuto in un mondo «non solo profondamente cambiato riguardo al recente passato, ma ancora in mutazione». E ancora oggi «questa mutazione non è terminata; anche noi facciamo parte di un mondo in cui il regime di cristianità della nostra infanzia, della nostra adolescenza e della nostra giovinezza» ha fatto posto a una vera «trasformazione antropologica, di cui, siamo ben lontani dal vedere gli ultimi risultati».

Davanti a questi cambiamenti, ha detto il segretario di Stato, ci si può fermare a «sospirare secondo il “bel passato” che non esiste più; oppure mettersi in cammino per seminare il processo di un nuovo inizio». L’esistenza della famiglia dell’Assunzione, ha sottolineato, testimonia quale dei due atteggiamenti è stato scelto da Emmanuel D’Alzon. Egli infatti non si è fermato a rimpiangere il passato, ma «si è messo in moto» perché la fine potesse diventare «un nuovo inizio».

D’altra parte, ha aggiunto, «testimoniare con la vita e le parole il fatto di saper abitare i “nuovi inizi” che Dio semina e fa germogliare dall’interno della storia umana» costituisce una vera «esperienza carismatica, generatrice di carismi, generatrice di incontri e di unità modellate su questa sinfonia che solo lo Spirito Santo è in grado di giocare e di cantare». A questo proposito, il segretario di Stato ha ricordato le parole di Francesco secondo cui la vita cristiana, in realtà, «è un cammino, un pellegrinaggio». Del resto, la vicenda biblica è «tutta un cammino segnato dagli inizi e dalle nuove partenze, come per Abramo, come per tutti quelli che, duemila anni fa in Galilea, si misero in cammino per seguire Gesù».

La storia della Chiesa e la storia della famiglia religiosa dell’Assunzione è «una storia di cuori: di esseri umani concreti che, portati dalla bellezza della Parola alla bellezza della libertà che sa dire “eccomi”, diventa capace di costruire una sinodalità». Il cuore della Chiesa e i cuori dei credenti, in effetti, giungono «alla loro maturità reciproca quando sono in grado di impegnarsi insieme con gli altri e per gli altri». Con la forza della giustizia evangelica, ha aggiunto, si può «abitare con audacia (parresia) e senza timore o angosce il provvisorio che si svolge all’interno di questo cambiamento d’epoca», senza rinunciare ad aver chiari in mente «i punti chiave che ci impediscono di essere delle “banderuole al vento”, che cambiamo direzione senza sapere perché, sottomettendosi al vento del momento, quando tutt’altro è il soffio dello Spirito».

In mattinata, il segretario di Stato aveva presieduto la concelebrazione eucaristica nella basilica di San Pio X, sottolineando come Maria, glorificata, totalmente colmata della visione di Dio, è donata oggi attraverso la Santa Trinità alla Chiesa e al mondo come «segno di consolazione e di speranza sicuri», perché tutti si mettano in pellegrinaggio, forti dell’umiltà del discernimento, come uomini e donne eucaristici. Lourdes, ha aggiunto, è legata intimamente all’esperienza del pellegrinaggio. «Siamo venuti qui in pellegrinaggio — ha affermato — per constatare che c’è una grotta aperta: una grotta aperta che rinvia al sepolcro aperto e vuoto di Gesù». Come in quel sepolcro, «la luce della risurrezione della carne» ha mandato il suo splendore. E a Lourdes la Chiesa «ha riconosciuto che quella stessa luce ha fatto brillare la “tutta santa Immacolata” agli occhi, alla menti, al cuore e alle orecchie di santa Bernadette», perché gli umili e i poveri «diventino dei veri maestri della fede del popolo di Dio e porta d‘ingresso al mistero di Dio Salvatore».