Formato un comitato nazionale e un governo di transizione

Colpo di stato in Mali

I militari maliani entrano nella capitale Bamako (Epa)
19 agosto 2020

C’è estrema preoccupazione per l’evolversi della situazione in Mali, dove ieri le forze armate hanno estromesso dal potere e costretto alle dimissioni il presidente Ibrahim Boubacar Keita, arrestato insieme al primo ministro, Boubou Cissé. Il paese attraversa da mesi una profonda crisi sociale e politica.

Eletto nel 2013 e nel 2018, Keita ha annunciato stanotte lo scioglimento del Parlamento e del governo: «Non voglio che venga versato il sangue per restare al potere», ha detto alla televisione di Stato Ortm. Poche ore dopo aver annunciato le sue dimissioni — al termine di una convulsa giornata di ammutinamento che si è trasformata in un colpo di Stato — i militari hanno dichiarato, sempre tramite Ortm, la loro intenzione di istituire un governo di «transizione politica civile» che porti alle elezioni in tempi ragionevoli. «Noi, le forze patriottiche raggruppate nel Comitato nazionale per la salvezza del popolo (Cnsp), abbiamo deciso di assumerci le nostre responsabilità davanti al popolo e alla storia», ha affermato il loro portavoce, il colonnello Ismael Wagué, vice capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. Nelle parole di Wagué, il golpe militare è stato necessario perché il governo di Keita — noto come Ibk — ha trascinato il Mali nel «caos, nell’anarchia e nell’insicurezza». Il Cnsp ha poi ordinato la chiusura di tutti i valichi di frontiera e imposto un coprifuoco dalle 21 alle 5.

Oggi è prevista una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu. Forte condanna è arrivata dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) — di cui il Mali è uno dei 15 membri — e dall’Ue. Una videoconferenza dei capi di Stato della Ecowas sulla crisi in corso si terrà domani. L’organizzazione ha deciso intanto la chiusura dei confini regionali con il Mali e la «sospensione» del paese con «effetto immediato». In queste settimane sono falliti diversi tentativi di dialogo tra il governo e le opposizioni.