L’Italia ricorda il terribile terremoto che causò più di trecento morti

Amatrice quattro anni dopo

La Messa ad Amatrice in ricordo delle vittime del sisma (Ansa)
24 agosto 2020

«Nello spirito di solidarietà, fondamento della nostra Costituzione, la Repubblica — in tutte le sue istituzioni, territoriali e di settore — deve considerare prioritaria la sorte dei concittadini più sfortunati colpiti da calamità naturali, recuperando, a tutti i livelli, determinazione ed efficienza». Queste le parole con le quali, oggi, a quattro anni dal terribile sisma che colpì l’Italia centrale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto non solo alle popolazioni colpite e ai familiari delle vittime, ma anche alle istituzioni preposte alla ricostruzione. «Nella triste ricorrenza del quarto anno dal gravissimo terremoto che provocò nell’Italia Centrale più di trecento vittime e oltre quarantamila sfollati, desidero ancora una volta esprimere ai cittadini di Amatrice, Accumuli, Arquata, Pescara del Tronto e delle altre zone colpite, vicinanza e solidarietà» ha ricordato il capo dello stato. «Nonostante tanti sforzi impegnativi, l’opera di ricostruzione dei paesi distrutti è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica».

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è giunto questa mattina ad Amatrice, dove non sono mancate le proteste dei residenti per la lentezza della ricostruzione e la mancanza degli aiuti dello Stato.

«La ricostruzione non basta se non si cura la qualità dei legami interpersonali, piuttosto che inseguire ciascuno gli affari propri» ha detto il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, nell’omelia della Messa in ricordo delle vittime. «Di sicuro, per tutto il Centro Italia l’investimento edilizio potrebbe rivelarsi una leva potente — ha aggiunto il vescovo — ma a essere privilegiata dovrà essere la relazione e non la speculazione, la fiducia e non il sospetto, se si vuole davvero rinascere».