Le infezioni nel Paese raggiungono quelle totalizzate da Brasile, India e Russia

Oltre 140.000 decessi per il covid negli Usa

HOUSTON, TX - JULY 17: Medical workers from New York wearing personal protective equipments handle ...
20 luglio 2020

Negli Stati Uniti le vittime per cause riconducibili al nuovo coronavirus hanno oltrepassato il tetto delle 140.000 unità. Ieri sera, secondo il conteggio della Johns Hopkins University, il dato complessivo relativo ai decessi è stato aggiornato a quota 140.377, con 629 morti in più nelle ultime 24 ore. Le infezioni quotidiane hanno nuovamente superato la barriera delle 70.000 unità, per l’esattezza 71.763 casi, portando il numero complessivo dei contagi a 3.748.705.

Con queste cifre gli Stati Uniti da soli raggiungono quasi le stesse infezioni di Brasile, India e Russia, i tre Paesi più colpiti dalla pandemia, dopo appunto gli Usa. E le prospettive non sono rosee. Quasi tutti i 20 modelli previsionali utilizzati infatti dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno pronosticato, per le prossime settimane, aumenti di tutti gli elementi valutativi della pandemia: i casi, i decessi, i ricoveri e i tassi di positività dei risultati dei test.

Sebbene lo Stato di New York sia ancora quello con i bilanci più “gravi”, gli Stati a sud e a sud-ovest — soprattutto dove le autorità sono state più restie a chiudere e più veloci a riaprire — sono quelli che da giorni fanno registrare i numeri più alti. Le autorità sanitarie in Florida ieri sera hanno annunciato oltre 12.000 nuove infezioni; da cinque giorni lo Stato mette a bilancio oltre 10.000 casi quotidiani.

Insieme alla Florida, California e Texas — che infrangono record ogni giorno — sono quelli al momento più colpiti. La California, con 381.217 casi, è il secondo Stato più colpito dopo New York, la Florida il terzo, con 350.037 e il Texas il quarto, con 327.106. In quest’ultimo si appresta a scendere in campo la marina militare per aiutare le autorità locali a fronteggiare l’emergenza sanitaria. proprio in Texas è emerso un dato scioccante: almeno 85 neonati sotto un anno di vita sono risultati infettati dal virus, mentre sarebbero decine e decine i bambini contagiati. I bebè colpiti sarebbero tutti circoscritti nell’area della contea di Nueces, dove si trova la città di Corpus Christi, sul Golfo del Messico, divenuta un pericolosissimo focolaio del virus.

Le ultime notizie provenienti dalla California sono quelle di una Los Angeles pronta a tornare in lockdown con un imminente ordine di restare a casa per i suoi cittadini. Il sindaco della città, il democratico Eric Garcetti, in conferenza stampa ieri ha dichiarato di essere «sul punto di ristabilire» la misura della quarantena a causa dell’aumento di casi di covid-19, registrata in concomitanza con la riapertura delle attività produttive. Los Angeles è il focolaio interno della California con un totale di contagi superiore alle 150.000 unità e con oltre 4.084 decessi.

«Abbiamo il più basso tasso di mortalità nel mondo e i contagi sono così tanti solo perché facciamo molti più test degli altri Paesi», ha ribadito ieri il presidente statunitense, Donald Trump, nel corso di un’intervista a tutto tondo su Fox News. Contrariamente a quanto dicono i numeri e confermano gli esperti in materia, Trump ha affermato che il covid-19 «sta per scomparire. Lo dirò di nuovo. Sta per scomparire e io avrò ragione». L’inquilino della Casa Bianca tornando sulle preoccupanti previsioni fatte nei giorni scorsi dal dottor Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive e membro di spicco della task force anti-coronavirus della Casa Bianca, ha ribattuto definendolo «un po’ allarmista».