In Egitto la costruzione di una chiesa e di una moschea diventa simbolo di vicinanza tra i credenti

L’una accanto all’altra

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18 luglio 2020

Una chiesa e moschea in costruzione l’una accanto all’altra, come segno della vicinanza che unisce cristiani e musulmani egiziani nella comune identità nazionale. La data di inaugurazione non è ancora stata annunciata, ma sono già visibili anche da lontano le sagome imponenti dei due luoghi di culto, sullo stesso terreno di due acri, nel distretto urbano di al Moqattam, sobborgo nord-orientale del Cairo. Il complesso architettonico non prevede nessuna barriera di divisione tra la chiesa e la moschea, destinate a condividere servizi e spazi comuni. Si tratta della realizzazione di un progetto fortemente voluto dall’ex parlamentare egiziano Nabil Luke al-Babawi, noto per le sue iniziative volte a favorire la concordia nazionale e la convivenza solidale tra le diverse componenti della società egiziana.

Secondo il progetto sponsorizzato da al Babawi, nella stessa area condivisa tra chiesa e moschea sorgerà una biblioteca, dove si potranno consultare e acquistare libri di spiritualità, teologia e argomenti religiosi cristiani e musulmani, con cataloghi da cui saranno banditi solo libri e prodotti editoriali ispirati dal fanatismo religioso e utilizzati come strumenti di propaganda da chi disprezza il credo degli altri. Il progetto definitivo prevede anche la costruzione nella stessa area di luoghi di intrattenimento e ludoteche per bambini. In tal modo, cristiani e musulmani potranno lasciare i loro bambini a giocare insieme in giardino o in ludoteca, mentre partecipano ai riti religiosi, e anche questo, secondo gli ispiratori del progetto, aiuterà le nuove generazioni a crescere al riparo dalla propaganda e dalle insidie dei settarismi.

I fautori dell’iniziativa presentano il progetto di al Moqattam come un esperimento pilota, da replicare in altri quartieri del Cairo e in altre città egiziane, anche grazie al contributo di uomini d’affari musulmani e cristiani.

La volontà di realizzare progetti architettonici volti a favorire anche dal punto di vista urbanistico la convivenza solidale tra le diverse identità di fede del popolo egiziano appare come un tratto distintivo dell’attuale leadership nazionale: basti pensare alla nuova cattedrale copta e alla grande moschea costruite per volontà del presidente Abdel Fattah al-Sisi, nell’area urbana a 45 km dal Cairo. Il capo di Stato sta anche lanciando progetti di sviluppo volti anche a favorire l’afflusso di pellegrini al monastero di Santa Caterina, nel sud della penisola del Sinai, considerato uno dei più antichi complessi monastici cristiani del mondo. Il 12 luglio, nel corso di una riunione operativa dedicata all’avvio di progetti urbanistici e infrastrutturali di ampio respiro, al-Sisi ha sollecitato il primo ministro Mostafa Madbouly e altri membri del governo ad accelerare il programma di sviluppo già delineato intorno alla città di Santa Caterina, volto a valorizzare e rendere più accessibile il patrimonio storico e spirituale concentrato nella regione del Sinai meridionale.