All’Angelus il Papa ringrazia quanti sono vicini ai malati in tempo di pandemia

Francesco: «molto addolorato» per Santa Sofia

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13 luglio 2020

«Penso a Santa Sofia, e sono molto addolorato». Così, al termine dell’Angelus del 12 luglio, il Papa ha commentato la decisione del Consiglio di Stato turco di riconvertire in moschea il complesso museale a Istanbul. Nel contempo il Pontefice ha espresso gratitudine a quanti sono vicini ai malati in questo tempo di pandemia, salutando dalla finestra dello studio privato del Palazzo apostolico vaticano i rappresentanti della pastorale della salute della diocesi di Roma, presenti insieme con tanti altri fedeli a mezzogiorno in piazza San Pietro — nel rispetto delle misure di sicurezza adottate per evitare il diffondersi del contagio da covid-19 — e quanti lo seguivano attraverso i media.

Il Papa ha espresso il suo pensiero sulle vicende della storica città sul Bosforo dopo aver ricordato la Giornata internazionale del mare, che ricorre la seconda domenica di luglio. «Rivolgo un affettuoso saluto a tutti coloro che lavorano sul mare, specialmente quelli che sono lontani dai loro cari e dal loro Paese», ha detto dopo la preghiera mariana, con un abbraccio ideale a «quanti sono convenuti stamattina nel porto di Civitavecchia-Tarquinia per la celebrazione eucaristica». E ai marittimi ha fatto giungere un messaggio d’incoraggiamento anche il cardinale Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che, tra i diversi settori pastorali, si occupa pure di quello dell’apostolato del mare.

Prima dell’Angelus, come di consueto, il Pontefice aveva parlato del Vangelo domenicale, incentrato nella circostanza sulla parabola del seminatore (Matteo 13, 1-23), definendola «un po’ la “madre” di tutte le parabole».

Infatti Gesù, ha spiegato il vescovo di Roma, vi fa riferimento a «quattro tipi diversi di terreno. La Parola di Dio, simboleggiata dai semi, non è una Parola astratta, ma è Cristo stesso, il Verbo del Padre che si è incarnato nel grembo di Maria. Pertanto, accogliere la Parola di Dio vuol dire accogliere la persona di Cristo, lo stesso Cristo», ha aggiunto. Ed ecco allora, ha suggerito Francesco, che ci sono quattro «diversi modi di ricevere la Parola di Dio», tre dei quali negativi, e solo unico, l’ultimo positivo: quello del «terreno buono. Qui, e soltanto qui il seme attecchisce e porta frutto», rappresentando quanti «ascoltano la Parola, la accolgono, la custodiscono nel cuore e la mettono in pratica nella vita di ogni giorno» Da qui il rinnovato invito a portare sempre in tasca «un piccolo Vangelo» per leggerne «ogni giorno un pezzetto».

L'Angelus