In un video della Conferenza delle Chiese europee la condanna di odio e intolleranza

Come goccioline di veleno

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01 luglio 2020

«L’intolleranza religiosa è in aumento in molti paesi del mondo: ebrei, musulmani, cristiani e persone appartenenti ad altri gruppi religiosi, in particolare le minoranze, stanno subendo sempre più discriminazioni, violenze e persino persecuzioni. Discorsi di odio sono sempre più diffusi, in particolare sui social media. Per i responsabili religiosi del vecchio continente, questo è un momento pericoloso»: il monito viene dai membri della Conferenza delle Chiese europee (Cec) che in questi giorni hanno diffuso un video che riassume i contenuti della sesta edizione della Summer school on human rights tenutasi lo scorso anno a Lisbona. Il filmato presenta i commenti dei partecipanti a questa iniziativa estiva ospitata dal Consiglio cristiano delle Chiese portoghesi (Copic), durante la quale sono state affrontate diverse tematiche scottanti, come ad esempio in cosa consiste il discorso di odio, perché sta diffondendosi, come è coinvolta la religione e — ed è questo l'argomento più rilevante — come porre fine al discorso dell’odio in quanto comunità religiose.

Come individuare un discorso di odio, quindi? Il video della Cec prova a rispondere a questo interrogativo già nell’introduzione, ricordando che «il 18 giugno 2019, il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, António Guterres, ha avviato una strategia e un piano di azione contro i discorsi di incitamento all’odio». Questa strategia dell’Onu non definisce legalmente cosa sia un discorso di odio e ammette che ci sono controversie sul concetto stesso del termine “odio”. Tuttavia, il documento enumera ogni tipo di comunicazione orale, scritta o comportamentale che attacca qualcuno o usa un linguaggio dispregiativo o discriminante che faccia riferimento ad una o più persone. «In altre parole — evidenzia il video della Cec — sulla base della loro religione, etnia, nazionalità, colore, origine, genere o qualunque altro fattore di identità».

Ad intervenire nel filmato c’è la teologa greca ortodossa, Vassiliki Stathokosta, che ha cercato di dimostrare quanto possa essere pericoloso un discorso basato sull’odio, paragonandolo a «goccioline di veleno in grado di intossicare la nostra vita in tutti i suoi aspetti». Dal suo canto, il reverendo Patrick Roger Schnabel, della Chiesa evangelica tedesca, ha spiegato che l’escalation dell’odio nasce dal sentimento di insicurezza sperimentato da molte persone, perché «il vecchio mondo sta andando via, ma non sappiamo quale sarà il nuovo mondo».

Pertanto, cosa devono fare i cristiani per eradicare il discorso di odio? Per Torsten Moritz, segretario generale della Commissione delle Chiese per i migranti in Europa, «in un mondo dove si diffondono teorie del complotto o fake news (...) dobbiamo essere in grado di contrapporre esempi concreti permettendo alle persone di incontrarsi, andare d’accordo, capirsi a vicenda». È necessario anche «educare la gente ad evitare questi discorsi, insegnando il rispetto, l’apertura e l’inclusione». In particolare, le Chiese devono essere «in prima linea nel contestare alcuni discorsi politici».

«Noi crediamo alla diversità — ha affermato il vescovo anglicano portoghese, Jorge Pina Cabral — pensiamo che essendo insieme possiamo condividere i nostri valori». Ogni paese in Europa, sostiene il vescovo, «può a modo suo costruire una società democratica e partecipativa». Infine, il presidente della Cec, il pastore francese Christian Krieger, ha rivolto ai cristiani un appello ad «accogliere nelle nostre Chiese le persone che subiscono questi discorsi di odio» e far sì che venga compreso che loro «sono i nostri fratelli e sorelle in Cristo».

La scuola estiva della Cec 2020, che doveva tenersi a Berlino, si svolgerà in modalità online a causa della pandemia di covid-19, dal 7 al 10 luglio e affronterà il tema: «Sfide per i diritti umani ai tempi di coronavirus».