Potentino, la residenza italiana dei pronipoti del romanziere

Casa Greene, il castello degli scrittori

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01 luglio 2020

«Intrepidi, culturalmente voraci e allegramente fuori dagli schemi» li definisce Marella Caracciolo Chia in un lungo e documentato reportage uscito sul «New York Times» nel marzo del 2019. I protagonisti dell’articolo — e delle splendide fotografie — sono i pronipoti, italiani per scelta, di Graham Greene. Dello scrittore inglese, Charlotte e Alexander hanno la determinazione, l’amore per il paradosso, l’eccentricità esibita, la profonda fascinazione per tutto ciò che è autentico, non adulterato dal marketing o dalle mode. E un rispetto per la natura e per il genius loci del paese in cui hanno deciso di vivere talmente concreto da determinare ogni scelta, da far accettare ogni sfida. Graham Greene, diceva Mario Soldati, «ha sempre avuto il dono di scoprire la bellezza, una bellezza davvero esistente e non immaginaria, in ciò che tutti, per convenzione, credono e chiamano brutto, storto, sgradevole». Dall’amicizia tra i due scrittori, negli anni Cinquanta, è nato un film, The Stranger’s Hand. Dall’amore di Charlotte Horton Greene per i paesaggi austeri e selvaggi del Monte Amiata (una Toscana lontana dall’immaginario patinato dei film di Ivory) è nata l’impresa agricola del castello di Potentino, che in vent’anni di lavori, ristrutturazioni e nuove idee imprenditoriali ha trasformato un rudere invaso dai rovi in un centro culturale vivacissimo, dove si produce musica, cultura, design, oltre che spremitura a freddo di olivastra seggianese, vini d’eccellenza e formaggio di pecora a chilometro zero. «Io vivo la mia stanza nel castello del Potentino alla maniera di Versailles, nel senso che la uso come uno spazio aperto da plasmare a seconda delle necessità, proprio come si usava fare fino alla seconda metà del Settecento» spiega Charlotte Horton Greene, redattrice di «Vogue» e appassionata collezionista di bellezza “anomala”, fiera di aver lanciato una linea di mobili, stoffe, e ceramiche ispirati al paesaggio circostante, il Sacro Monte degli Etruschi. «Il Potentino, per noi, è molto più che un bellissimo luogo in cui abitare: è una filosofia di vita». La stanza di Charlotte, al piano terra, è piena «solo delle cose che considero indispensabili». E quindi di libri («mi piace addormentarmi e svegliarmi con la vista dei libri») e vari memento mori: candelabri funerari e ossa di animali ritrovate nei campi. Oggetti macabri? Tutt’altro, secondo la padrona di casa: «Che cos’è la percezione della morte se non l’affermazione della vita?». Libri di zio Graham, ma non solo. Helga Greene, la nonna di Alexander, era la compagna di Raymond Chandler, il celebre scrittore di gialli hard-boiled. «È strano pensare — chiosa Alexander Greene nella pagina del suo sito internet che ha intitolato The Literary Connections — che anche il personaggio di Philip Marlowe interpretato da Humphrey Bogart nel film The Big Sleep ha contribuito all’esistenza del castello di Potentino».

di Silvia Guidi