Per la prima grande marcia in ricordo di George Floyd

Un milione di persone attese a Washington

Un agente davanti al Lincoln Memorial a Washington (Reuters)
06 giugno 2020

Fino a un milione di persone è atteso per oggi a Washington in quella che si prevede sarà una delle marce più grandi mai svoltesi nella storia degli Stati Uniti. Una manifestazione contro il razzismo e i metodi della polizia violenta, in scia alle proteste per l’uccisione a Minneapolis dell’afroamericano George Floyd da parte di un agente bianco.

Su Twitter è stato lanciato l’hashtag #1MillionDCSaturday per mobilitare più persone possibile. «Abbiamo informazioni — ha detto il capo della polizia del District Of Columbia Peter Newsham — che l’evento di sabato sarà uno dei più grandi mai svolti». Secondo informazioni che circolano sui social media, la marcia dovrebbe iniziare alle due del pomeriggio (ora locale).

Quella di ieri è stata un’altra giornata di proteste in diverse città degli Stati Uniti: da New York a Washington, da Los Angeles a Seattle. Il presidente Donald Trump è intervenuto affermando: «Ogni americano deve ricevere un uguale trattamento da parte della polizia». Poi ha aggiunto: «Il mio piano per affrontare il razzismo è avere la più forte economia del mondo».

Un nuovo video ha suscitato indignazione: un afroamericano morto dopo essere stato fermato a Tacoma, nello stato di Washington. A girarlo — dice il «New York Times» — sarebbe stata una donna dietro la macchina della polizia, che urlava: «Smettetela di colpirlo». L’episodio risale al 3 marzo scorso. Per la polizia è stato l’uomo ad aggredire gli agenti.

Scalpore e critiche sono state suscitate anche da un altro video circolato sui social nel quale si vede un anziano attivista spintonato da agenti bianchi perdere la coscienza a Buffalo. L’uomo si chiama Martin Gugino, secondo il «Buffalo News», 75 anni. È stato spinto a terra dagli agenti durante le proteste nella città dello Stato di New York e ricoverato in gravi condizioni. Gugino, di origini italiane, è un attivista per i diritti civili molto conosciuto a Buffalo e viene descritto da chi lo conosce come una persona gentile e non violenta che in passato si è occupato anche dei problemi di giustizia sociale in Sud America. Molto attivo sui social media, uno degli ultimi tweet di Gugino è stato: «La polizia non dovrebbe avere i manganelli e poi non dovrebbe indossare le tute antisommossa». E ancora: «La Guardia Nazionale dovrebbe arrestare la polizia», riferendosi agli agenti violenti. Gugino è conosciuto anche come un convinto oppositore del presidente Donald Trump.

I due poliziotti che hanno spinto Gugino sono stati sospesi. In segno di solidarietà tutti i loro colleghi si sono dimessi oggi. «Stavano solo eseguendo gli ordini», la motivazione dei poliziotti il cui Team è stato creato nel 2016 e viene dispiegato in caso di proteste o disordini. Nel frattempo, è intervenuto il sindaco della Grande Mela, Bill de Blasio, che ha avvertito: «Tutti gli agenti della polizia che verranno scoperti a maltrattare i manifestanti saranno sospesi».

Intanto, è stata annunciata per il prossimo 28 agosto una grande marcia per il rispetto dei diritti civili, proprio 57 anni dopo lo storico discorso di Martin Luther King jr. Come quel 28 agosto del 1963, il giorno in cui il pastore dell’orgoglio afroamericano tenne un discorso con il quale chiedeva la fine del razzismo con alle spalle il Lincoln Memorial, il 28 agosto del 2020 migliaia di persone si ritroveranno, di nuovo, per ribadire che il razzismo non può avere posto in America. Così come la violenza della polizia contro gli afroamericani.

Al posto di Martin Luther King ci sarà il reverendo Al Sharpton, uno dei massimi leader dei diritti civili della comunità afroamericana, che durante i funerali di George Floyd a Minneapolis ha chiamato a raccolta neri, bianchi, latini, arabi per dire basta alle ingiustizie e ad ogni forma di discriminazione. «Il 28 agosto, il giorno del 57/o anniversario della marcia su Washington — ha detto Sharpton — torneremo a Washington. Torneremo questo 28 agosto per far rivivere e impegnarci di nuovo per quel sogno, quello di Martin Luther King». A guidare la marcia ci saranno le famiglie delle vittime delle ingiustizie, a partire da quella di George Floyd e quella di Eric Garner, i due afroamericani uccisi in due episodi diversi da una stretta al collo da parte della polizia. «Loro conoscono il dolore — ha sottolineato — sanno cosa vuol dire non essere considerati».

Inevitabile che la marcia assuma anche una grande valenza politica, vista la vicinanza alle elezioni presidenziali di novembre, con un invito ad andare a votare che potrebbe favorire soprattutto l’ex presidente Joe Biden, che ha già ricevuto l’endorsement di Sharpton. «Possiamo cambiare un’era» ha detto Sharpton. Tuttavia la marcia, in tempi di pandemia, solleverà anche questioni legate alla sicurezza dei partecipanti.