Visita del cardinale Turkson nelle periferie romane

Un aiuto ai bambini nomadi per l’emergenza coronavirus

turk.jpg
15 giugno 2020

Da Tor Bella Monaca a Castel Romano, per testimoniare in modo concreto la solidarietà di Papa Francesco e di tutta la Chiesa agli abitanti più bisognosi delle periferie, i cui disagi stanno acuendosi particolarmente a causa del coronavirus: con quest’obiettivo, nel pomeriggio di sabato 13 giugno, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale (Dssui) e referente della Commissione vaticana voluta dal vescovo di Roma per contrastare la crisi provocata dalla pandemia da covid-19, si è recato nella sede dell’Associazione “21 luglio” in largo Mengaroni e al campo rom che sorge lungo la via Pontina, distribuendo medicinali, materiale sanitario e pacchi famiglia.

Significativamente la visita si è svolta all’indomani della presentazione al Vicariato di Roma del Fondo Gesù Divino lavoratore, istituito dal Pontefice per aiutare quanti rischiano di rimanere esclusi dalle tutele istituzionali e hanno bisogno di un sostegno che li accompagni — una vera e propria Alleanza per Roma, il cui protocollo d’intesa è stato sottoscritto dal cardinale vicario De Donatis, dalla sindaca Raggi e dal presidente della Regione Lazio Zingaretti — e nello stesso giorno in cui il Santo Padre ha scritto un appassionato elogio delle “mani tese” contenuto nel messaggio per la prossima Giornata mondiale dei poveri.

«Come ripete spesso Papa Francesco, nessuno deve essere lasciato indietro» ha affermato il porporato nel corso della visita, secondo quanto riferito da un comunicato diffuso dal suo Dicastero. «Siamo qui oggi — ha spiegato — per testimoniare il sostegno a tutti coloro che vivono situazioni di sofferenza e vulnerabilità, e che spesso vengono dimenticati, soprattutto in questo tempo di emergenza sanitaria, sociale ed economica». E, ha aggiunto, «ricordiamoci che lo sviluppo integrale dell’uomo è connesso alla cura del Creato: fallendo nell’uno falliremo anche nell’altro».

Dapprima nella periferia orientale della città, al Polo di sviluppo educativo e culturale “ex Fienile” di Tor Bella Monaca — quartiere difficile, dove pur dovendo quotidianamente fare i conti con criminalità, spaccio, disoccupazione e difficoltà economiche di ogni genere, i cittadini sono animati da una grande voglia di riscatto — il cardinale Turkson ha incontrato i volontari dell’Associazione presieduta da Carlo Stasolla, organizzatore della visita. Da tempo impegnata nell’assistenza e nell’accompagnamento delle popolazioni rom e sinti, la “21 luglio” realizza ogni settimana, grazie a donazioni private, dai 250 ai 300 pacchi alimentari destinati ai bambini da zero a tre anni che vivono nelle baraccopoli e nei campi nomadi dell’Urbe, al fine di contrastare la malnutrizione soprattutto in questo tempo di pandemia. Nella circostanza, grazie al contributo della Farmacia vaticana, partner della Commissione covid-19 istituita presso il Dssui, il prefetto ha distribuito tremila guanti, seimila mascherine chirurgiche più altre duecento in stoffa, lavabili; con cinquecento confezioni di paracetamolo.

Dopo aver rivolto un cordiale ringraziamento a Solla, il porporato ha raggiunto Castel Romano, dove sono stati consegnati i pacchi famiglia agli abitanti dell’insediamento: seicento persone, metà delle quali sono minori. Camminando tra le fatiscenti abitazioni — roulottes, container e baracche — è entrato in alcune di esse e si è soffermato in particolare con due madri che hanno rispettivamente due e tre figli. A nome del Pontefice, ha portato loro e a tutti i presenti, compresi i volontari impegnati nell’assistenza, il segno del suo paterno abbraccio e l’espressione del sentimento di spirituale vicinanza in questo momento difficile e di prova.

Hanno accompagnato il prefetto del Dssui il vescovo Gianpiero Palmieri, ausiliare di Roma per il settore est e delegato per la carità, la pastorale dei migranti e dei rom; don Giovanni De Robertis, direttore generale della fondazione Migrantes; monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore della fondazione Migrantes - Roma; e la dottoressa Maria Rosaria Giampaolo, dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, che con il camper ospedaliero del progetto «Non ti scordar di me» da tempo visita regolarmente le comunità nelle baraccopoli.