Il governo libico presenta una serie di proposte per modificare il memorandum del 2017

Tripoli pronta al dialogo sui migranti

Fayez al-Sarraj (C), Prime Minister of Libya's UN-recognised Government of National Accord (GNA), ...
25 giugno 2020

Passi in avanti nel dialogo sulla gestione dell’immigrazione nel Mediterraneo. Le autorità libiche hanno consegnato ieri al ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, una serie di proposte per la modifica del memorandum del 2017 sui migranti che andrebbero incontro alle richieste avanzate dal governo italiano a quello di Tripoli. Lo si apprende da fonti qualificate a margine della visita di Di Maio nel Paese. «La Libia si impegna nell’assistere i migranti salvati nelle loro acque, a vigilare sul pieno rispetto delle convenzioni internazionali attribuendo loro protezione internazionale così come stabilito dalle Nazioni Unite» si legge in uno dei passaggi centrali del documento di 7 pagine.

Il 2 luglio sarà la data per l’avvio dei negoziati sulla modifica del memorandum. «Anche nelle fasi più drammatiche dell’epidemia, il dialogo dell’Italia con la Libia non si è mai interrotto. La Libia è una priorità della nostra politica estera e della sicurezza nazionale» ha detto Di Maio. L’Italia «ritiene inaccettabile una divisione del Paese» che sarebbe «l’anticamera di nuovi conflitti armati» ha spiegato il titolare della Farnesina, facendo riferimento al conflitto civile tutt’ora in atto nel Paese. «Il presidente al-Serraj (capo del governo libico riconosciuto dall’Onu, ndr) mi ha consegnato la proposta libica di modifica del memorandum in materia migratoria. Ad una prima lettura si va in una giusta direzione, con la volontà della Libia di applicare i diritti umani».

A Tripoli c’è aria di soddisfazione.

Le autorità locali parlano di «un deciso cambio di passo dell’Italia». Inoltre, hanno aggiunto le fonti parlando all’Ansa, «è stata impostata una fondamentale cooperazione nello sminamento di un’area molto ampia, circa cento chilometri quadrati, che è stata minata dalle forze» del generale Khalifa Haftar (l’avversario di al-Serraj, ndr) «in ritirata alla periferia della capitale». La visita di Di Maio ha attestato «la determinazione a riacquisire quel ruolo che in Libia compete all’Italia, in collaborazione con altri Paesi amici».

Intanto, Ankara è intervenuta ieri confermando il proprio sostegno al governo di al-Serraj. «L’intervento della Turchia in Libia ha riportato un equilibrio nella regione» ha detto il ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu. Parlando della situazione in Nordafrica e nel Mediterraneo in un’intervista a una radio di Istanbul, il capo della diplomazia turca è tornato ad attaccare la Francia, sostenendo che insieme agli Emirati Arabi Uniti è il Paese «più disturbato» dal rafforzamento del governo libico. «È il presidente francese Emmanuel Macron a superare i limiti e a giocare un gioco pericoloso in Libia» ha ripetuto Cavusoglu, usando nuovamente la stessa espressione rivolta da Parigi ad Ankara. Il ministro ha anche respinto le minacce di un intervento militare dell’Egitto in caso di ulteriore avanzata della controffensiva delle forze di Tripoli verso Sirte a Jufra.