Presentato il Fondo Gesù Divino lavoratore voluto da Papa Francesco a sostegno delle persone colpite dalla crisi a Roma

Restituire dignità a famiglie e lavoratori

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12 giugno 2020

«Restituire dignità alle persone cadute nello scoraggiamento» e far «fiorire la solidarietà». Così il cardinale Angelo De Donatis, vicario di Roma, ha sintetizzato gli obiettivi del Fondo Gesù Divino lavoratore, voluto da Papa Francesco per aiutare «coloro che rischiano di rimanere esclusi dalle tutele istituzionali e hanno bisogno di un sostegno che li accompagni, finché potranno camminare di nuovo autonomamente». L’iniziativa è stata presentata la mattina di venerdì 12 giugno, nel Palazzo apostolico Lateranense, dallo stesso porporato, dalla sindaca Virginia Raggi e dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, i quali, nell’occasione, hanno firmato il protocollo d’intesa denominato Alleanza per Roma.

Rappresenta una mano tesa verso le numerose famiglie colpite dalla crisi economica provocata dal coronavirus, in particolare le tante lavoratrici e i tanti lavoratori che nella città non hanno più un reddito e hanno perso la speranza di recuperare il proprio impiego. Il fondo — un milione di euro lo stanziamento iniziale, al quale hanno aderito la Regione e il Comune entrambi con cinquecentomila euro — è un primo strumento importante, ha sottolineato il cardinale De Donatis, perché «non si tratta solo di erogare una somma di denaro, ma di dare risposta a un vero mandato» per la comunità cristiana: «Essere sale e lievito nella società». Serve uno sforzo di «generosità e di condivisione» che ha nella «solidarietà» la sua parola chiave, con il coinvolgimento di tutti i cittadini, delle istituzioni politiche ed economiche, del mondo dell’associazionismo, affinché, ha aggiunto il porporato ricordando le parole di Francesco, «nessuno resti indietro e non si propaghi il virus dell’indifferenza».

Non si parla di assistenzialismo ma di un percorso di aiuto e vicinanza, di promozione sociale, in modo che ognuno possa essere protagonista della rinascita della comunità romana. Dall’esplosione della pandemia, migliaia di persone si sono rivolte alle parrocchie e ai centri di ascolto. Le istituzioni sono intervenute con bonus, cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali, ma la crisi del covid-19 ha avuto un impatto devastante. L’Alleanza per Roma che nasce dal Fondo Gesù Divino lavoratore vuole quindi essere uno strumento per agire in modo coordinato e comunitario.

Il fondo — ha spiegato il vescovo ausiliare Gianpiero Palmieri — ha come obiettivo la presa in carico e l’accompagnamento di almeno mille famiglie. Con due tipi d’intervento: l’erogazione di un contributo economico per superare la fase di emergenza (da 300 a 600 euro al mese) e l’attuazione di percorsi di tirocinio lavorativo, borse lavoro e finanziamenti di micro-progetti di autoimprenditorialità. Ha una durata massima di sei mesi per beneficiario e per ognuna delle misure attivate.

Per accedervi occorre essere domiciliati nel territorio della diocesi o del comune di Roma; non avere come nucleo familiare entrate superiori a 600 euro mensili, aumentate di 100 euro per ogni convivente; essere disoccupati o aver drasticamente ridotto le proprie occasioni di lavoro; manifestare una volontà di collaborare per superare l’emergenza. Si può fare domanda attraverso i Presidi territoriali di ascolto, una novantina dislocati sul territorio, dove opereranno 523 volontari. Le famiglie che non potranno beneficiare del progetto verranno comunque indirizzate verso le altre misure attivate dalla diocesi per l’emergenza covid-19, come la tessera alimentare, il fondo anticrisi o il fondo antiusura. Durante la pandemia, ha sottolineato la sindaca Raggi, «si sono registrate due tendenze: una è quella dell’egoismo», con l’impegno prioritario di salvaguardare se stessi; l’altra invece «ha portato ad aiutare gli altri» e si è manifestata in tante piccole «esperienze di condivisione e di solidarietà». Un atteggiamento di cui è espressione proprio l’Alleanza per la città voluta dal Papa, che esorta a «proteggere e far fiorire il seme della solidarietà». Le ha fatto eco il presidente della Regione Zingaretti, ricordando che la risposta alla crisi innescata dalla pandemia «si fonda sui valori che ci accomunano, solidarietà e coesione, per far sì che la paura non si trasformi in rabbia e per tendere la mano a chi non ce la fa». Il progetto, ha detto, «aiuterà tantissime persone e soprattutto ne coinvolgerà molte altre in una gara della solidarietà». La sua logica, infatti, ha concluso Palmieri, non è quella «di chiedersi quanto posso prendere, ma quanto posso condividere».

di Alessandro Guarasci