Superato nel mondo il tetto dei nove milioni di contagi

Per uscire dalla crisi l’Onu chiede condizioni di lavoro dignitose

Un lavoratore compila una richiesta di impiego in una fabbrica di Ciudad Juarez, in Messico (Reuters)
23 giugno 2020

«È giunto il momento di coordinare l’azione globale, regionale e nazionale per creare condizioni di lavoro dignitose per tutti». È quanto ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, rivolgendo un appello ai Paesi che stanno pianificando l’uscita dalla crisi generata dal coronavirus. Per il numero uno dell’Onu il mondo del lavoro non può e non deve rimanere lo stesso dopo l’esperienza vissuta nel corso della pandemia. In questi mesi l’economia e il mondo del lavoro hanno subito stravolgimenti epocali. La soluzione deve essere per forza di cose l’occasione per un miglioramento delle condizioni lavorative.

Analizzando la situazione Guterres ha affermato che «mentre i Paesi si affannano a trovare piani di rilancio non dobbiamo dimenticare che il mondo prima del covid-19 era tutt’altro che normale» e ha ricordato come la quotidianità fosse spesso caratterizzata da un’esacerbazione delle disuguaglianze, da una discriminazione sistemica di genere, dalla mancanza di opportunità per i giovani, da salari stagnanti, e non per ultimo da un cambiamento climatico dilagante.

Guterres ha aggiunto che la crisi che il mondo del lavoro sta vivendo allo stato attuale, non fa altro che riaccendere un focolaio già ardente di malcontento e ansia. L’aumento sfrenato della disoccupazione, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione mondiale, e la perdita di reddito sopraggiunta con la pandemia «erodono ulteriormente la coesione sociale e destabilizzano i Paesi e le regioni, socialmente, politicamente ed economicamente». Dal Palazzo di Vetro ha indicato tre fronti su cui è necessario agire per sostenere i lavoratori, le imprese e il reddito a rischio per evitare chiusure e perdite di posti di lavoro. Dopo la revoca delle misure di contenimento dovranno essere garantiti posti di lavoro sicuri dal punto di vista sanitario. Pensare, infine, ad una ripresa verde, sostenibile, inclusiva e incentrata sull’uomo. Tale ripresa dovrà sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie per creare posti di lavoro dignitosi per tutti.

Intanto a livello globale la pandemia di coronavirus «continua ad accelerare». Nelle ultime 24 ore il numero totale di contagi nel mondo ha superato la soglia dei nove milioni. Se per arrivare al primo milione di casi sono stati necessari più di tre mesi, negli ultimi due mesi e mezzo sono stati registrati i rimanenti otto milioni, una media di un milione di nuove infezioni ogni otto giorni. Lo ha evidenziato ieri il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineando che la pandemia di covid-19 «è molto più di una crisi sanitaria, è una crisi economica, sociale e, in molti paesi, politica. I suoi effetti si faranno sentire per decenni».