Nella solennità di Pentecoste il Papa celebra la messa in San Pietro e torna a recitare il Regina Caeli dalla finestra dello Studio privato

Per guarire dalla carestia di speranza

SS. Francesco - Basilica Vaticana - Altare della Cattedra: Santa Messa di Pentecoste   31-05-2020
01 giugno 2020

In questo tempo di ripresa dopo la fase più acuta della pandemia da covid-19 «ci troviamo nella carestia della speranza e abbiamo bisogno di apprezzare il dono della vita, il dono che ciascuno di noi è». All’indomani del rosario presso la Grotta di Lourdes, nei Giardini vaticani — in collegamento con i santuari mariani internazionali — il Papa ha celebrato domenica mattina, 31 maggio, la messa di Pentecoste nella basilica Vaticana, alla presenza di una cinquantina di fedeli adeguatamente distanziati tra loro come impongono le norme volte a contrastare la diffusione del contagio. E all’omelia ha detto che «peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi», esortando a invocare lo Spirito Santo per liberare il cuore «dalle paralisi dell’egoismo».

Anche al Regina Caeli — che Francesco è tornato a guidare dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico — è risuonato l’invito ad affidare all’intercessione del Paraclito l’unità della Chiesa, «comunità riconciliata e pronta alla missione». Al termine dell’antifona mariana il Pontefice ha chiesto ai fedeli presenti in piazza San Pietro una preghiera per l’Amazzonia, «duramente provata» dal coronavirus, e per tutti i poveri e gli indifesi, rilanciando l’appello «affinché non manchi a nessuno l’assistenza sanitaria». La priorità, ha scandito, è «curare le persone, che sono più importanti dell’economia». Il vescovo di Roma ha anche parlato della Giornata nazionale del sollievo, celebrata in Italia, rinnovando il proprio «apprezzamento a quanti, specialmente in questo periodo, hanno offerto e offrono la loro testimonianza di cura per il prossimo». In particolare il suo pensiero è andato agli operatori sanitari che si sono spesi e hanno dato la vita per i malati. Quindi ha augurato a tutti «il coraggio di cambiare, di essere migliori di prima e poter costruire positivamente la post-crisi».

Infine, lunedì 1° giugno, memoria liturgica della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa — istituita l’11 febbraio 2018 — Francesco ha ricordato con un tweet su @Pontifex che «una Chiesa che è madre cammina sulla strada della tenerezza e della compassione. Chi è figlio della Chiesa è una persona mite, tenera, sorridente, piena di amore».

L'omelia del Papa

Regina Caeli