Nelle sfide della cultura digitale

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25 giugno 2020

Una catechesi al passo con i tempi, inserita nelle sfide della cultura digitale e con un ruolo primario «nella realizzazione della missione fondamentale della Chiesa: l’evangelizzazione». Sono queste le direttrici fondamentali del nuovo Direttorio sottolineate in sede di presentazione alla stampa dall’arcivescovo José Octavio Ruiz Arenas segretario del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. «La catechesi — ha detto il presule colombiano intervenendo dopo il presidente Fisichella — è chiamata a un rinnovamento che non può consistere solo in un cambiamento di strategia, o nell’elaborazione di discorsi semplicemente più attraenti», essa deve, «in una società secolarizzata», mettere in atto adeguati modi e linguaggi per fare della «trasmissione della fede» una delle sue «principali prerogative».

L’arcivescovo segretario ha quindi illustrato il cammino lungo e articolato che ha portato alla stesura del Direttorio: un itinerario che ha preso le mosse da una serie di incontri con i responsabili dei dipartimenti di nuova evangelizzazione e catechesi delle varie conferenze episcopali e da un seminario di studio con esperti del mondo accademico e delle organizzazioni pastorali. Tutto ciò ha portato nel maggio 2015 a una bozza che, partendo dal Direttorio generale per la catechesi del 1997, faceva proprie le indicazioni date da Papa Francesco nell’Evangelii gaudium. Ne è scaturita la decisione di aggiornare il documento ormai ultraventennale. Una commissione di dodici esperti si è messa all’opera, e i risultati, nell’aprile 2017, sono stati inviati al vaglio di più di cento esperti — cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici — dei cinque continenti. Una serie ulteriore di incontri e confronti, tra i quali l’assemblea plenaria del dicastero nel settembre 2017, ha portato infine, dopo dodici bozze e quasi sei anni di impegno, al nuovo Direttorio. Alcuni suoi aspetti particolari, sono stati quindi sottolineati in conferenza dal vescovo Franz-Peter Tebartz-van Elst, delegato per la catechesi del medesimo Pontificio consiglio. Esso «è molto attento ai segni dei tempi e cerca di interpretarli alla luce del Vangelo», ha detto elencandone alcuni: le sfide della cultura digitale, la trasmissione della fede nella famiglia e tutte le questioni connesse alla crisi ecologica. Legata come è alla missione evangelizzatrice, la catechesi, inoltre, deve assumere «coraggio», puntando alla testimonianza personale che non può essere delegata.

Il documento, ha aggiunto il presule, orienta anche il processo di qualsiasi catechesi basato sul catecumenato come via originale di iniziazione cristiana e promuove anche lo sviluppo di un «catecumenato-matrimonio». Più dei precedenti Direttori, inoltre, questo sottolinea la “via della bellezza” come centrale nel processo di evangelizzazione in epoca postmoderna. Infine, ha concluso il vescovo, occorre aumentare la consapevolezza che la catechesi ha bisogno dello scambio tra le Chiese nel mondo.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, l’arcivescovo Fisichella, ha annunciato che nei prossimi mesi, il Dicastero da lui presieduto organizzerà nei singoli paesi incontri con le conferenze episcopali di tutto il mondo per presentare in maniera diretta i contenuti del documento.