La visita a Sofia del cardinale Ayuso in una prospettiva ecumenica e interreligiosa

La Bulgaria si rilancia come laboratorio di dialogo

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30 giugno 2020

«Accanto ai santi Pietro e Paolo, trovandomi qui in Bulgaria, vorrei dire quanto ci può essere d’aiuto l’esempio dei fratelli Cirillo e Metodio: sono stati ponti che collegavano l’Oriente e l’Occidente, hanno unito culture e tradizioni differenti in una ricca eredità per l’intera famiglia umana superando l’odio con il bene e praticando la carità e la giustizia». È a Sofia, con un abbraccio ecumenico e interreligioso, che il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot ha celebrato la solennità dei santi Pietro e Paolo durante il suo viaggio — da sabato 27 giugno a mercoledì 1° luglio — in Bulgaria.

Presiedendo la celebrazione eucaristica nella concattedrale latina di San Giuseppe, nel pomeriggio di domenica 28, il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha rilanciato l’attualità della testimonianza dei due santi fratelli Cirillo e Metodio, «che Papa Francesco, durante il suo viaggio apostolico in Bulgaria, ha definito “uomini santi e dai grandi sogni”» e che san Giovanni Paolo II proclamò compatroni d’Europa.

«Chiediamo a Dio — ha detto il cardinale Ayuso nell’omelia — che, anche attraverso l’intercessione di questi testimoni della fede, sostenga i passi del nostro cammino di discepoli e ci faccia essere, a nostra volta, testimoni della luce della verità perché possiamo dire insieme a san Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede”».

Il presidente del dicastero ha quindi affidato il dialogo tra tutti «gli uomini di buona volontà» all’intercessione della «Beata Vergine Maria venerata qui come Madonna di Nesebar — tanto cara a Papa Roncalli — che, come ha ricordato Papa Francesco durante il Regina Caeli recitato qui a Sofia, significa “Porta del cielo”».

Con il cardinale Ayuso hanno concelebrato, tra gli altri, l’arcivescovo Anselmo Guido Pecorari, nunzio apostolico in Bulgaria; monsignor Christo Proykov, eparca di San Giovanni XXIII di Sofia e presidente della Conferenza episcopale interrituale della Bulgaria; monsigor Georgi Yovchev, vescovo di Sofia-Plovdiv; monsignor Strahil Kavalenov, vicario generale della diocesi della Nicopoli in rappresentanza del vescovo Petko Christov, e alcuni sacerdoti dei due riti. La concattedrale è affidata a tre religiosi cappuccini polacchi.

Nell’omelia il cardinale ha anche suggerito una meditazione «su tre parole che il Signore ci ha rivolto nelle letture che abbiamo ascoltato: alzarsi; salvezza; risposta personale». L’incontro con Gesù, ha spiegato, «comporta proprio di alzarci dalla nostra vita mediocre, dal nostro peccato, dai nostri ritardi; alzarci e fare in fretta».

Indicando l’attualità della testimonianza degli apostoli, ha poi ricordato che «il ministero di Pietro si perpetua nel vescovo di Roma. Egli, in quanto successore di Pietro e vescovo di Roma “è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli”», come fa presente il Catechismo della Chiesa cattolica.

«Oggi quindi — ha affermato il porporato — è il giorno per pregare e ringraziare Dio per la persona e il ministero del Papa;  per ravvivare e suscitare in noi l’apprezzamento effettivo e affettivo per lui e per il suo eminente magistero rivolto a tutti;  per pensare al ruolo insostituibile e arduo del Papa per tutta la Chiesa e per ogni cristiano».

Nel corso della sua visita a Sofia, il cardinale Ayuso ha anzitutto incontrato, nel pomeriggio di sabato 27 giugno, il patriarca ortodosso Neofit, nell’aula del Santo Sinodo. Erano presenti il vescovo Policarpo, vicario generale del metropolia di Sofia, e il vescovo Gerasimo, segretario del Santo Sinodo e presidente della cattedrale patriarcale Sant’Alexander Nevski.

Lunedi 29 giugno il cardinale ha visitato la cattedrale della metropolia ortodossa di Santa Nedelya, per poi visitare la vicina facoltà di Teologia e, in particolare, il dipartimento Religione in Europa dove si svolgono corsi sulle varie religioni tenuti da docenti cattolici, musulmani ed ebrei. Ad accogliere il cardinale è stato il decano della Facoltà, Ivaylo Naydenov, che è ortodosso.

Non è mancato, nella sede della nunziatura, l’incontro con Georg Georgiev, vice ministro degli Affari esteri, competente per le questioni sulle libertà religiose e i diritti umani, e con Plamen Bonchev, direttore generale della direzione degli Affari globali.

Martedì 30 giugno, infine, il cardinale ha incontrato il gran mufti, Mustafa Hadzi, nella sede del leader musulmano. E, successivamente, ha accolto in nunziatura i tre rappresentanti dell’Alleanza protestante. Quindi il porporato ha visitato la sinagoga di Sofia, dove è stato accolto da Sofia Cohen, responsabile della comunità ebraica di Bulgaria, e da Alexander Oscar, presidente dell’associazione Shalom che riunisce gli ebrei in Bulgaria. Il rientro del cardinale Ayuso in Vaticano è previsto per la mattina di mercoledì 1° luglio.