Dichiarazione congiunta di Unhcr e Oim sulla ripresa del programma di reinsediamento dei profughi sospeso per la pandemia

L’Onu: fondamentale ristabilire la protezione dei rifugiati

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19 giugno 2020

«Dobbiamo tutti lavorare per ristabilire l’integrità del regime internazionale di protezione dei rifugiati e attuare gli impegni assunti al Forum globale sui rifugiati, in modo che i profughi e le comunità ospitanti ricevano il sostegno di cui hanno bisogno». Lo ha detto ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in vista della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno. Guterres ha poi aggiunto come «la pandemia di coronavirus rappresenti un’ulteriore minaccia per i rifugiati e gli sfollati, che sono tra i più vulnerabili», sottolineando che oggi e ogni giorno «riconosciamo il nostro fondamentale obbligo di proteggere coloro che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni».

Su questo fronte ieri Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), e António Vitorino, direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), in una dichiarazione congiunta, hanno annunciato che finalmente possono riprendere le partenze dei rifugiati nell’ambito del programma di reinsediamento dell’Onu. La ripresa dei trasferimenti di rifugiati beneficiari di reinsediamento — la cui partenza per i paesi terzi era già stata approvata — avviene dopo la sospensione temporanea dei trasferimenti, imposta dalle restrizioni ai viaggi aerei e dai gravi disagi legati alla pandemia di covid-19. Sono state circa 10.000 le partenze ritardate di rifugiati verso i Paesi di destinazione.

Nonostante molte restrizioni agli spostamenti rimangano in vigore, in molti Paesi di reinsediamento nei quali cominciano a essere revocate è dunque possibile programmare la ripresa degli arrivi di rifugiati. Per tutto questo periodo, Unhcr e Oim hanno continuato ad assicurare assistenza ai rifugiati e a esaminarne i casi, reinsediando comunque decine di richiedenti asilo nelle condizioni più critiche. Sono stati circa 10.000 i rifugiati che, durante la pandemia, non hanno potuto raggiungere i Paesi di destinazione. Insieme le due agenzie Onu hanno pure lanciato un monito alla comunità internazionale sul divario tra il numero di rifugiati che necessitano di reinsediamento e i posti messi a disposizione dai Paesi disponibili all’accoglienza. L’appello mira ad ampliare il numero di Stati partecipanti al programma Onu e aiutare un numero maggiore di rifugiati.