Il viaggio di Benedetto XVI dal fratello Georg e quello narrato da un film di Lynch

Due storie vere (e belle)

Una scena da «Una storia vera» di David Lynch
22 giugno 2020

Quando ho saputo che Benedetto XVI avrebbe lasciato il Vaticano per andare Regensburg a trovare il fratello novantaseienne Georg, ammalato da tempo, mi è venuto in mente il film Una storia vera di David Lynch. La pellicola, uscita nelle sale proprio sul finire del secondo millennio (1999), racconta la vicenda di  Alvin Straight un anziano contadino dell’Iowa che intraprende un improbabile viaggio con un mezzo di fortuna per riabbracciare il fratello reduce da un infarto con il quale aveva troncato da molto tempo ogni rapporto. Ricalca da questo punto di vista l’episodio biblico della riconciliazione tra Esaù e Giacobbe. Certo le circostanze sono molto diverse, soprattutto perché, al contrario della vicenda magistralmente narrata dal regista statunitense, i due fratelli Ratzinger sono sempre stati legatissimi l’uno all’altro (furono ordinati sacerdoti lo stesso giorno, il 29 giugno 1951, nel duomo di Frisinga). Ciò che  più accomuna le due vicende è il viaggio. Le immagini di questi giorni hanno mostrato un Joseph Ratzinger fortemente provato dall’età, con difficoltà di movimento. Nel film di Lynch che, come ricorda il titolo, è tratto da un storia realmente accaduta, il protagonista, con evidenti problemi di deambulazione, intraprende un lungo viaggio (386 chilometri) a bordo di uno sgangherato tosaerba («è una cosa che devo fare!») per rivedere dopo tanti anni un fratello Lyle. Il film offre un formidabile affresco sulla famiglia e sulla forza dei legami, con una carrellata di personaggi dalla viva e spontanea umanità. Il viaggio di Alvin, a passo d’uomo e intramezzato da parecchi ma provvidenziali imprevisti, è finalizzato a un incontro che potrebbe essere l’ultimo. Come quello tra Joseph e il fratello Georg. I due viaggi — quello narrato da Lynch e quello compiuto da Benedetto — sono entrambi una storia vera e una storia bella. Entrambi nascono da una scelta di cuore e, nel caso di Benedetto, proprio nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato la festa del Sacro Cuore di Gesù. Dopo tanti viaggi apostolici in veste ufficiale, questo per lui è un viaggio privato che dice moltissimo, anche se non ci saranno discorsi. È un viaggio che dice una vita intera. Dice una grande fatica mossa da un grande amore. Dice l’umanità fragile e la forza di un Papa il cui pontificato è stato ininterrottamente sotto attacco. Dice il coraggio di un uomo che non ha mai avuto paura di fare scelte forti. Una storia vera e una storia bella. Soprattutto per chi oggi non si rassegna a rinunciare alla bellezza e alla verità.

di Patrizio Righero