Verso la solennità di Pentecoste

Verità, armonia gioia e rinnovamento

«Pentecoste», Messale (LEV)
28 maggio 2020

I discepoli che Paolo Incontra a Efeso sostengono di non aver nemmeno “sentito dire” (At 19, 2) dell’esistenza dello Spirito Santo, benché sia colui che ricolma dell’amore del Padre (Rm 5, 5), che ci rende figli adottivi in Cristo (Rm 8, 15) e apre il cuore dei figli alla preghiera fiduciosa (Gal 4, 6).

Anche noi siamo stati guidati all’incontro col Paraclito: Papa Francesco ci ha accompagnato con la sua predicazione sostegno nel tempo della prova, ponendo l’accento su alcuni temi pneumatologici cari alla tradizione cristiana, esposti dal Papa con particolare sollecitudine nel descrivere l’azione del Paraclito nella vita della Chiesa e nel cuore dei credenti (cfr. Lg 4).

Alcune parole chiave ci aiutano ad entrare nell’insegnamento: lo Spirito apre alla verità, costruisce l’armonia, ricolma della gioia e tutto rinnova.

Lo Spirito apre alla verità e solo nella sua amicizia è possibile conoscere e confessare che Gesù è il Signore (cfr. 1Cor 12, 3). È dello Spirito Santo il compito di «insegnare, ricordare e fare crescere nella comprensione della verità» (cfr. Omelia 11 maggio 2020). Per questo noi lo riceviamo come una sorgente, che scende dal costato del Cristo, che zampilla ed è acqua viva che dona vita (cfr. Ap 22, 17). Chi si abbevera a questa sorgente diventa egli stesso una fonte zampillante di vita piena ed eterna (Angelus 15 marzo 2020).

Il giorno di Pentecoste lo Spirito effuso sui discepoli del Cristo co-istituisce la Chiesa: essa nasce e rivela il mistero dell’unica fede. Avviene quindi che i prodigi compiuti agli inizi della predicazione del Vangelo si diffondano nell’annuncio della verità che salva e nella testimonianza continua della vita nuova della storia.

Abbiamo conosciuto lo Spirito come “dono” e “amore”: egli è dono e datore di tutti i doni, infatti, nel donarsi dello Spirito Santo tutti i doni sono a noi elargiti.

È lo Spirito che costruisce l’armonia nella Chiesa, egli dà forza e fa crescere nella comunione proprio quando il «cattivo spirito distrugge e vuole soffocare la verità con l’amarezza della rabbia», frutto dell’invidia e della gelosia del mondo. Dinanzi al male la gioia della Risurrezione non può essere tradita. La Chiesa quindi «va avanti, tra le consolazioni di Dio e le persecuzioni del mondo […] la fiducia dei cristiani è Gesù Cristo e lo Spirito Santo che Lui ha inviato! E proprio lo Spirito Santo è il lievito, è la forza che fa crescere la Chiesa!» (Omelia 9 maggio 2020).

Le meditazioni e le omelie che hanno scandito per tanti fedeli i giorni della pandemia, contenevano secondo alcuni una sorpresa: la parola «spirito» prevaleva rispetto ad altre usate dal Papa. In realtà mai come in questo tempo, la parola «spirito» era esplicitazione del modo di vivere della comunità ecclesiale nella comunione. Vivi in un solo Spirito!

Forse per questo è stata elemento identitario della vita credente.

La predicazione del Papa è stata alimento che edifica e fortifica la Chiesa, il popolo di Dio se ne è nutrito come sacramento di salvezza (cfr. Lg 52). La dimora è stata abitata, il Cristo parola e pane (cfr. Dv 21) ha raggiunto i credenti; è dalla stessa voce del Papa, dalla comune offerta, dallo stesso altare, che la Chiesa vive, crede e anticipa la memoria del compimento.

La comunità ecclesiale viene a costituirsi attorno a Pietro perché coloro che accolgono l’annuncio vivano condividendo la preghiera e la frazione del pane, uniti e concordi. Si compie così la promessa: lo Spirito di verità «sarà in voi» (Gv 14, 17).

I cristiani sono «riempiti di gioia» (cfr. Rm 15, 13; At 16, 29-34) perché il frutto dello Spirito Santo è la gioia (Gal 5, 22)! Quella gioia che fa annunciare la verità, che è franchezza; una evangelizzazione che sorge dalla testimonianza di un evento che cambia la vita (cfr. En 79-80): essere evangelizzatori gioiosi, testimoni della vita di Cristo! (cfr. Omelia del 16 aprile 2020).

Celebriamo così il nuovo inizio della Pentecoste che è il compimento della Pasqua del Figlio di Dio. La comunità dei credenti contempla la risurrezione dei figli e delle figlie di Dio, che partecipano della natura divina (cfr. 2Pt 1, 4) e divengono “dimora di Dio tra gli uomini”.

A Pentecoste lo Spirito genera la Chiesa, corpo di Cristo e della nostra umanità, realtà visibile e spirituale (cfr. Lg 8). La Chiesa è la rivelazione della “creazione nuova” (Mt 19, 28), manifestazione dello Spirito del Figlio, che realizza nella storia una comunione nuova di uomini e di donne passati dalla morte alla vita.

di Alberta M. Putti