LABORATORIO - DOPO LA PANDEMIA
Intervista al cardinale Cláudio Hummes

Una luce da seguire
nel dopo emergenza

An indigenous child is seen during the funeral of Chief Messias Kokama, 53, from the Parque das ...
15 maggio 2020

Gli effetti della pandemia sulle popopolazioni più fragili dell’Amazzonia, il rapporto fra uomo e Creato, l’apporto della Laudato si’ per l’edificazione di un nuovo modello economico e sociale sono fra i temi toccati in quest’intervista dal cardinale Cláudio Hummes, prefetto emerito della Congregazione per il clero.

Che impatto ha avuto questa pandemia sulla vita delle popolazioni del Brasile, sul Continente latino-americano, e soprattutto in Amazzonia?

L’impatto è stato ed è ancora devastante e sta suscitando grandi incertezze per il futuro. A ciò si aggiungono tanta angoscia e tanta sofferenza a causa delle innumerevoli morti nel quadro del collasso del sistema sanitario. I popoli indigeni si sentono particolarmente minacciati perché hanno un sistema immunitario più fragile e convivono a più stretto contatto gli uni con gli altri, oltre al fatto di essere dimenticati e abbandonati dai governi in quanto ad assistenza sanitaria.

Può offrirci qualche riflessione sul rapporto sociale, culturale, economico e ambientale tra questa pandemia e i postulati della Laudato si’?

Uno dei concetti centrali della Laudato si’ è l’ecologia integrale che dimostra come tutto sia interconnesso. Questa interconnessione appare chiaramente nella manifestazione della pandemia da covid-19, ad esempio tra l’intervento umano predatorio e devastatore sulla natura e la reazione della natura ferita, tra il salvare vite e il salvare l’economia, tra la politica che deve assistere tutti allo stesso modo e l’attenzione speciale per quanti sono più fragili e socialmente svantaggiati, come i popoli indigeni e i poveri in generale.

Sulla base della sua visione pastorale e post-sinodale, quali pensa che saranno le linee del ministero cristiano nei tempi a venire?

È difficile prevedere come sarà la situazione post-pandemia. Ciononostante, l’intero processo di preparazione e di svolgimento del sinodo per l’Amazzonia ha mostrato quanto sarà importante una Chiesa alleata e vicina alle comunità e alle persone. Ciò varrà ancor di più dopo la devastazione prodotta dalla pandemia. Sarà necessario riconoscere veramente e con i fatti l’importanza della cura del creato, come “nuovo cammino” della Chiesa, specialmente in Amazzonia. Un’altra urgenza sarà quella di suscitare la consapevolezza che la famiglia umana deve essere solidale, deve riconoscere i suoi limiti e le sue fragilità e non puntare sul mito di un progresso senza limiti, che fa a meno di Dio.

Possiamo pensare che stia iniziando una nuova era sociale, economica, politica e umana con concetti e guide molto contrastanti? Se così fosse, come vede il ruolo del pontificato di Francesco in questa nuova era?

Probabilmente in un primo tempo post-pandemia l’umanità sarà più solidale e meno predatoria e avida, come è accaduto nel dopoguerra. Ma la storia sembra insegnare che simili periodi sono una parentesi e a poco a poco l’umanità dimentica e recupera tutta la sua brama di possesso e di potere. Papa Francesco sarà una luce, sia religiosa, sia politica e culturale, che ci guiderà in questa ricostruzione post-pandemia. La Laudato si’ è una di queste luci che Francesco ha acceso. Il Papa ripete sempre che non dobbiamo permettere che ci rubino la speranza, e che Dio ci sorprenderà sempre in modo positivo, perché ci ama incondizionatamente e ci viene incontro per incoraggiarci e liberarci dai mali.

di Marcelo Figueroa