È morto il pianista, direttore e compositore Ezio Bosso

Una grande capacità di comunicare

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15 maggio 2020

È morto ieri a Bologna Ezio Bosso, direttore d’orchestra, compositore e pianista. Aveva 48 anni e, dal 2011, soffriva di una malattia neurodegenerativa. Ha continuato a suonare il pianoforte fino allo scorso anno quando l’uso delle mani è rimasto compromesso dall’avanzata del morbo. Nato a Torino il 13 settembre 1971, era noto al grande pubblico a seguito di un’esibizione al Festival di Sanremo nel 2016. In quell’occasione fu accolto da un caloroso applauso al termine della sua esecuzione del brano Following a Bird. Motivò la scelta spiegando di essere affascinato dalla necessità di «doversi perdere» per imparare. «Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle — disse — la vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi». Ha vinto numerosi premi e riconoscimenti. È stato candidato due volte al premio David di Donatello per le musiche di Io non ho paura e Il ragazzo invisibile. Ha ricevuto nel 2003 e nel 2005 il Premio Flaiano, consegnato a personalità che si sono distinte in ambito letterario, musicale, cinematografico, teatrale e radiofonico. Ha tenuto concerti in ambito internazionale e in prestigiose sale come la Sydney Opera House, la Carnegie Hall di New York, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Colón di Buenos Aires. Direttore stabile del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste dal 2017 al 2018, ha diretto numerose orchestre, tra le quali la London Symphony, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, quella del San Carlo di Napoli e più volte quella dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. «Ezio Bosso ha avuto la straordinaria capacità di parlare a tutti attraverso la musica che viene chiamata “classica”, condividendola come un bene comune e non facendola vivere come un oggetto di lusso per le élite», ha detto il presidente-sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Michele dall’Ongaro, tracciando un bilancio delle numerose collaborazioni avute con il maestro. «Un uomo che ha saputo trasmettere, con la sua positività e la sua irrefrenabile gioia, l’amore e la passione nei confronti della musica. Un esempio di cui il mondo della cultura, sono certo, farà tesoro», gli ha fatto eco il presidente dell’Agis, Carlo Fontana. Tra gli ultimi impegni di Bosso figura l’evento «Grazie Claudio» del gennaio 2019, quando è salito sul podio per rendere omaggio al grande direttore Abbado a cinque anni dalla scomparsa. Nel giugno 2019, con il programma di Rai3 intitolato Che Storia è la Musica, ha ideato un format che ha ottenuto un grande successo di pubblico. Nell’agosto dello scorso anno il suo debutto all’Arena di Verona con i Carmina Burana ha segnato il record di presenze per la sinfonica della Fondazione con ben oltre 14.000 persone presenti sulle gradinate.