Nelle iniziative delle Chiese e delle realtà ecumeniche

Un’invocazione senza confini

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13 maggio 2020

«Ciascuno nel proprio luogo, secondo la propria tradizione, deve vivere questa giornata con lo sguardo rivolto ai bisogni del proprio vicino, così da rafforzare l’idea che esista un’unica famiglia umana»: con queste parole Ioan Sauca, segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle Chiese, ha voluto manifestare l’appoggio dell’organizzazione alla giornata di preghiera, digiuno e invocazione per l’umanità, proclamata per il 14 maggio dall’Alto comitato per la fratellanza umana, costituito nell’agosto 2019, a pochi mesi dalla firma dell’importante documento durante lo storico incontro (era il 4 febbraio 2019) tra Papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. Sauca ha invitato a prendere parte a questa giornata per riaffermare l’importanza di una testimonianza ecumenica nella preghiera e nell’azione in tempo di pandemia, dove «molti stanno facendo l’esperienza della paura e dell’incertezza, della separazione, dell’isolamento e della morte nella propria famiglia e nelle proprie comunità».

Dalle parole di sostegno del World Council of Churches si coglie la profonda sintonia che esiste tra Roma e Ginevra per un cammino ecumenico che sappia, nel rispetto e nel rafforzamento della propria identità, aprirsi al dialogo con le altre religioni per offrire insieme sostegno spirituale e materiale a coloro che sono nella sofferenza in nome dei valori umani. Come l’arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana Justin Welby, anche la Federazione luterana mondiale (Lwf) ha manifestato il suo appoggio alla giornata del 14 maggio perché invita persone di fedi differenti a vivere, insieme, le sofferenze di questo tempo per costruire così il bene dell’umanità. All’iniziativa dell’Alto comitato l’arcivescovo nigeriano Panti Filibus Musa e il pastore cileno Martin Junge, rispettivamente presidente e segretario generale della Lwf, riconoscono il merito di aver rivolto l’invito a tutti per testimoniare una comune volontà di dialogo e condivisione: «Il mondo ha bisogno di unità e solidarietà al di là dei confini di ogni tipo per rispondere alla pandemia del covid-19». Per questo si deve pregare rivolgendo a Dio una supplica del tutto particolare per mettere fine alla pandemia, ricordando, al tempo stesso, che i cristiani devono sostenere coloro che sono impegnati, in prima fila, nell’assistenza sanitaria come coloro che sono alla ricerca di un vaccino.

Il Consiglio delle Chiese del Medio oriente ha fatto proprio l’appello che ha ricevuto il sostegno di numerose organizzazioni impegnate direttamente nella promozione del dialogo islamo-cristiano nell’area medio-orientale, come momento fecondo di un cammino di dialogo per la costruzione della pace proprio grazie al contributo delle religioni, tanto da assumere una valenza che va ben oltre la preghiera per la fine della pandemia e dell’assistenza ai sofferenti. Dal canto suo la Conferenza cristiana dell’Asia ha organizzato, proprio per il 14 maggio, un incontro, in forma di webinar, per proseguire il cammino di confronto su come le Chiese cristiane in Asia devono affrontare la sfide della pandemia in uno spirito ecumenico. A livello locale, soprattutto dietro sollecitazione delle diocesi, numerose sono state le adesioni ecumeniche all’appuntamento del 14 maggio, lasciando la massima libertà nel vivere questa giornata, tenuto conto anche dei limiti imposti, in tanti paesi, dal coronavirus, mentre altrove, come in Myanmar, proprio i vescovi si sono fatti portavoce della necessità di rafforzare il dialogo interreligioso in nome dei valori della fratellanza umana.

In Italia, fra le iniziative locali, merita una menzione particolare quella dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Mantova che ha invitato a prendere parte a questo evento privilegiando la preghiera che avvicina i credenti di diverse religioni, rafforzando i vincoli di fratellanza, tanto da trovare il sostegno della Chiesa valdese, della Chiesa pentecostale nuova vita, della Chiesa evangelica, della Chiesa ortodossa romena, dei centri islamici di Suzzara, della comunità bahá’í di Mantova e dei sikh di Suzzara. Il mondo ecumenico, con livelli di partecipazione diversa, per ora, da luogo a luogo, ha accolto dunque l’invito a una giornata di preghiera, digiuno e misericordia, lanciata all’Alto comitato per la fratellanza umana, per proseguire un impegno quotidiano con gesti e con parole per vivere la pandemia nella luce di Cristo, salvatore delle genti.

di Riccardo Burigana