Dedicato al covid-19 il nuovo numero della collana Accènti de «La Civiltà Cattolica»

Un’apocalisse a portata di mano

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05 maggio 2020

«Chissà come ricorderemo e racconteremo questo tempo, il tempo della pandemia. Sarà stata solo una parentesi, lunga e molto dolorosa?». Se lo chiede il direttore de «La Civiltà Cattolica», il gesuita Antonio Spadaro, presentando l’ultimo numero della collana «Accènti», il dodicesimo, che si apre con la poesia che riportiamo a parte e raccoglie gli articoli pubblicati dalla rivista sul covid-19. «Il sistema di interconnessione planetaria dell’umanità — scrive Spadaro — ci ha fatto improvvisamente sperimentare una condizione paradossale: più siamo connessi, più il contatto si può trasformare in contagio; la comunicazione in contaminazione; le influenze in infezioni. L’apocalisse è a portata di mano».

La raccolta punta a fornire gli strumenti per non dimenticare quello che stiamo imparando e a offrire spunti per realizzare quei cambiamenti, personali e sociali, economici e politici, che la diffusione di un virus ha reso così drammaticamente evidenti nella loro necessità. Il volume è diviso in sei sezioni, più un’appendice: l’articolo con il quale «La Civiltà Cattolica» ha dato conto nel 1918 dell’altra pandemia che è stata spesso associata a quella in corso; quella dovuta alla cosiddetta influenza “spagnola”, che colpì per alcuni anni consecutivi anche l’Italia.

La prima sezione prende le mosse dall’esperienza del gesuita statunitense Patrick Gilger, arrivato a Milano subito dopo l’entrata in vigore del decreto sulla quarantena. Resosi conto dell’impossibilità di conoscere la città nella sua vivacità e raffinatezza, Gilger ha potuto comunque riceverne un insegnamento che ha provato a raccontare. Nella seconda sezione si descrive l’impatto del virus in alcune aree del mondo. A cominciare dalla Cina. Nella terza sono raccolti articoli e saggi brevi che offrono elementi sia di analisi sia di prospettiva sulla crisi in corso, da diversi punti di vista. E se nella sezione successiva viene dato spazio alla psicologia, tre articoli della quinta parte intercettano la dimensione della fede, smentendo le interpretazioni che vedono la pandemia come una punizione divina. L’ultima sezione è dedicata all’intervista su questo tempo di crisi concessa da Papa Francesco ad Austen Ivereigh.
 

Una poesia per dire grazie


Ringraziare voglio per questo lungo letargo,
per questo riposo che fa pensare
per questo silenzio che tranquillizza un poco
per queste strade vuote, in cui vedi la bellezza delle città.

Ringraziare voglio per la sincerità di un’amicizia
lontana
per il calore delle braccia di un fratello
per la gioia di vedere chi ti sta accanto
per le serate allietate dal miagolio di un micio.

Ringraziare voglio per la paura che ci renderà più uniti
per la fragilità che ci renderà più forti
per queste notti buie, che il sole faranno splendere.

Ringraziare voglio la Madre Terra, che ci dà una casa
in questo momento in cui siamo spaesati.

(Miriam Sereni, anni 12)