Il messaggio della All Africa Conference of Churches sulla pandemia

Per una sempre più viva testimonianza ecumenica

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27 maggio 2020

Rafforzare la collaborazione delle Chiese di fronte alla pandemia per affrontarla al meglio: è questo, in estrema sintesi, il tema centrale del messaggio della All Africa Conference of Churches (Aacc) rivolto a tutti gli uomini e a tutte le donne africane di fronte al diffondersi del covid-19. L’Aacc, in una dichiarazione diffusa nei giorni scorsi, si propone di indicare la strada per una testimonianza ecumenica di fronte al coronavirus che sta ponendo una sfida senza precedenti al mondo intero, con conseguenze particolarmente gravi. Nel continente africano, per esempio, da una parte la pandemia sta provocando ulteriori distruzioni nel contesto socio-economico, già segnato da anni di discriminazione, violenza e povertà, mentre dall’altra costringe i cristiani a confrontarsi con il diffondersi di tante false notizie che contribuiscono a generare confusione e sofferenza. In questa situazione, caratterizzata anche da letture teologiche sulle cause della pandemia e sulla sua diffusione, che, pur evocando una prospettiva biblica, non possono essere accettate, l’Aacc, in collaborazione con il World Council of Churches (Wcc), che si adopera per favorire l’azione condivisa dei cristiani a tutti i livelli, nella ricerca di una collaborazione interreligiosa, ha voluto ricordare che i cristiani stanno svolgendo un ruolo attivo nella lotta contro la pandemia. Anche in Africa, grazie alle organizzazioni confessionali da anni impegnate nel campo della promozione dell’assistenza sanitaria, come forma privilegiata dell’accoglienza dell’altro per testimoniare l’obbedienza alla parola di Dio.

Nei tempi presenti questa azione ecumenica si è rivelata fondamentale non solo «nell’educazione alla salute», cioè alla definizione e alla circolazione di quelle norme di comportamento necessarie per contenere il covid-19, ma anche «nella rimozione delle voci e delle false notizie», che non aiutano a far comprendere il carattere della pandemia e della sua pericolosità. Altrove, per l’All Africa Conference of Churches questa azione ecumenica, che in tanti luoghi ha mostrato i passi compiuti del cammino dei cristiani nella direzione della costruzione di una comunione visibile nell’accoglienza di tutti coloro che sono nel dolore, va rilanciata per impedire la tentazione di porre dei limiti a questa assistenza, che deve essere parte essenziale della vita quotidiana delle Chiese in dialogo tra di loro e nel mondo. Si tratta, in sostanza, di venire fuori da una logica confessionale che, in alcuni casi, anche nel passato recente, è stata denunciata dall’Aacc come un elemento di debolezza della missione cristiana. Proprio per questo in un momento nel quale le Chiese stanno cercando di scoprire, insieme, delle forme più creative per la missione, che rappresenta il terreno di incontro e di scontro tra cristiani di diverse tradizioni, la All Africa Conference of Churches «ritiene che la lotta alla pandemia rappresenti una straordinaria opportunità per rafforzare la collaborazione nelle Chiese e tra le Chiese per rendere più chiara la parte dinamica della chiamata dei cristiani a farsi ministri di guarigione».

Il messaggio si conclude con un triplice invito da parte dell’Aacc e del Wcc affinché le organizzazioni ecumeniche locali lavorino in modo sempre più stretto con le associazioni cristiane impegnate nel settore della sanità, rafforzando le proprie strategie comuni, là dove esistono già, mentre vanno esplorate le strade per costruire linee comuni in tutti i luoghi dove ancora non esistono. Questo rinnovato impegno deve andare oltre la lotta alla pandemia assicurando l’assistenza sanitaria a tutti, promuovendo «l’immunizzazione infantile, i servizi sanitari per le madri e per neonati, per i malati di Hiv e per tutti coloro che sono colpiti da malattie croniche».

Infine, proprio per un ulteriore sviluppo della testimonianza ecumenica, in nome di un impegno pubblico per la trasformazione della società, alla luce dei valori cristiani, le Chiese devono esercitare «cautela e saggezza nella traduzione delle linee guida in materia di salute pubblica nei contesti locali» per dare così risposte concrete ed efficaci al diffondersi del coronavirus.

di Riccardo Burigana