LABORATORIO - DOPO LA PANDEMIA
Il numero speciale dei «Quaderni di Dialoghi», il periodico trimestrale di Azione cattolica

La fede e il contagio

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09 maggio 2020

Si è tenuto ieri sera, venerdì, il secondo dei «Dialoghi sulla fede e sulla città nel tempo della pandemia», iniziativa online promossa dal periodico «Dialoghi» con il supporto dell’Editrice Ave. Si è trattato di due appuntamenti che hanno ruotato intorno all’interrogativo «Cosa sta realmente cambiando, nel tempo della pandemia, nel modo di vivere e credere?»: due «momenti di confronto per quanti desiderano non rimanere in superficie rispetto alle questioni della vita di tutti ma entrare in profondità con lo stile dell’ascolto e del dialogo. Uno sguardo contemplativo sull’oggi con il desiderio di fraternità nel cuore». Ai due appuntamenti, introdotti dal presidente dell’Azione cattolica (Ac), Matteo Truffellli, hanno partecipato il teologo Giacomo Canobbio, il teologo valdese Fulvio Ferrario, il sociologo Piero Pisarra, il filosofo Luigi Alici, ex presidente di Ac, l’imprenditore Gabriele Gabrielli, il dirigente scolastico Valentina Soncini. Il primo incontro è stato moderato dalla direttrice di «Dialoghi», Giuseppina De Simone, il secondo dal vicepresidente di Ac, Giuseppe Notarstefano.

Queste conversazioni online rientrano in una più ampia iniziativa promossa dalla rivista trimestrale di Azione cattolica, che ha raccolto nello speciale «Quaderni di Dialoghi» diversi contributi forniti da esponenti del mondo religioso, di sociologi, economisti, giuristi, fra gli altri, attorno al tema «La fede e il contagio. Nel tempo della pandemia».

Come suggerisce il titolo, la pubblicazione (a cura dell’Editrice Ave, che l’ha resa gratuitamente consultabile online) curata da Luigi Alici, Giuseppina De Simone e Piergiorgio Grassi, è strutturata in tre parti: la prima “In ascolto”, raccoglie, scrivono i curatori nella loro introduzione, «testimonianze e riflessioni sullo scenario nel quale siamo sommersi», caratterizzato, oltre che da angoscia e da paura, anche da «gesti di coraggio di donne e uomini che hanno scelto di “essere per gli altri”». La seconda, “Contemplare e celebrare”, raccoglie «le questioni di ordine ecclesiale, pastorale e teologico esistenziale che questo tempo pone». Nella terza parte, “La responsabilità del futuro” si prova a disegnare invece alcuni scenari che la pandemia ha messo radicalmente in discussione e che «sin da ora siamo chiamati a ripensare in profondità», «dalle frontiere, interpersonali e geopolitiche, alle sfide della democrazia nell’era digitale; dal lavoro al welfare, dalla ricerca alla sanità, dai sistemi di istruzione e formazione alla tutela dei più deboli». Tanti differenti contributi nati da una esperienza diretta e da solide competenze, contributi che, come si addice ad ogni “laboratorio”, appaiono come «provocazioni a pensare e che hanno il tono coinvolgente di un pensiero diretto, in prima persona. Perché dinanzi a questo tempo siamo tutti più scoperti».