Al Regina caeli il Pontefice ricorda il settantesimo anniversario della Dichiarazione Schuman

All’Unione Europea servono concordia e collaborazione per sconfiggere il covid-19

SS. Francesco - Regina Coeli  10-05-2020
11 maggio 2020

Un nuovo appello a quanti hanno responsabilità nell’Unione europea, — affinché affrontino «in spirito di concordia e di collaborazione le conseguenze sociali ed economiche provocate dalla pandemia» nel vecchio continente e nel resto del mondo — è stato lanciato da Francesco al termine del Regina caeli, che il Papa ha recitato domenica 10 maggio, nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico vaticano, per poi benedire ancora una volta la sottostante piazza San Pietro vuota, a motivo delle misure di distanziamento sociale volte a contrastare la diffusione del contagio da coronavirus. Il Pontefice ha preso spunto dalla ricorrenza dei settant’anni dalla storica Dichiarazione dell’allora ministro degli esteri francese, Robert Schuman, che ispirò il processo di integrazione dei popoli europei, mentre in precedenza aveva introdotto l’antifona mariana con una riflessione sul brano liturgico del Vangelo di Giovanni (14, 1-2) che racconta il “discorso di addio” di Gesù nell’ultima Cena.

Anche nella messa delle 7 del mattino nella cappella di Casa Santa Marta il Papa aveva rievocato la commemorazione della Dichiarazione Schuman, «che ha dato inizio all’Unione europea», e quella della fine della seconda guerra mondiale a essa strettamente collegata. «Chiediamo al Signore per l’Europa, oggi, che cresca unita, in questa unità di fratellanza che fa crescere tutti i popoli nell’unità nella diversità», ha detto introducendo il rito.

Lunedì 11, invece, Francesco ha offerto la celebrazione a Santa Marta per quanti hanno «perso il lavoro; non sono stati riassunti, lavoravano in nero»; esortando a pregare «per questi nostri fratelli e sorelle che soffrono questa mancanza» di occupazione.

Infine, con un tweet postato nel primo pomeriggio di lunedì sull’account @Pontifex, il vescovo di Roma ha ricordato «che il 14 maggio i credenti di tutte le religioni sono invitati ad unirsi spiritualmente in una giornata di preghiera, digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la #pandemia».

Omelia a Santa Marta di domenica

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