Linea A e Ferrovia Roma-Viterbo

Via Crucis in metropolitana

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02 aprile 2020

Intermezzo
 

Fermata Valle Aurelia

Il mio primo traguardo è arrivato
e anch’io scendo dal treno.
Ritrovo la luce serale,
e salgo le scale — e son tante —
per l’altra fermata.
È una bella stazione, su un ponte, sembra sospesa:
qui è alto e mi metto a osservare di sotto
i palazzi, le strade e la gente che corre.
E intanto... aspetto, mentre batte una pioggia improvvisa.

Attendo ciò che in linguaggio stradale
si dice in linguaggio divino :
la coincidenza.
Per me coincidenza
è scoprire un Cammino
che s’incrocia in un altro.
Vedere che tutto è pensato,
che sono voluto,
che sono cercato.
Che il dito sapiente di Dio
mi spinge a guardare dall’alto
al di là dell’esterno.
Per entrare nei cuori...

Dodicesima stazione
 

Gesù muore sulla Croce

Fermata Appiano

Il treno che prendo procede veloce e neanche c’è il tempo
di fermarsi a pensare. Il tragitto è già quasi finito
e ripenso alle tante persone incontrate e a quelle
che ora mi stanno qui intorno.
E penso a Cristo che muore per loro.
Sì, per questi viandanti comuni, per queste storie diverse,
per questi sguardi che a malapena conosco.
La croce ha segnato l’incrocio di strade tra l’uomo e il suo Dio.
La morte di Cristo è un’offerta totale.
Abbandono del Padre. Abbandono nel Padre.
La morte di Cristo è il totale incarnarsi nell’uomo.
È il totale distacco da Dio perché il cuore dell’uomo risalga
più unito che mai al Cuore che tutti ci attira.
La sera di oggi è ricolma di tanto morire.
Pure il sole, ad un’ora precisa, inizia a celarsi.
E a quest’ora è già morto.
Ho visto più volte la morte negli occhi.
Ho visto il peccato di tanti,
il vuoto dei cuori, la perdita umana di un senso.
Gesù muore in croce per tutti.
Gesù muore in croce per tutti i morenti di oggi,
nel corpo e nel cuore.
E a tutti dà luce e speranza,
dà il sogno stupendo del Giorno finale, che è senza tramonto.
Nel treno che corre ritrovo persone segnate da un vuoto mortale.
Ma sento che proprio in questo momento,
nel buio di gente senza nome né storia,
il Cristo che muore raggiunge ogni cuore.

di Paolo Ricciardi
Vescovo ausiliare di Roma