I lavori in videoconferenza del Consiglio permanente della Cei

Speranza oltre l’emergenza

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17 aprile 2020

Un kairós che segna una frattura, un’interruzione con il passato, lasciando «un’eredità preziosa, a livello sociale ed ecclesiale, dalla quale ripartire con fiducia e speranza, facendo tesoro di tutte quelle esperienze di solidarietà, attenzione agli ultimi e alle persone in difficoltà sgorgate dalla fantasia della carità delle nostre comunità». Con la certezza che la ripresa «non sarà contraddistinta da ritmi e abitudini precedenti alla crisi», i vescovi italiani partecipanti ieri in videoconferenza (anch’essa una cosa nuova, inusuale) alla sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente hanno sottolineato come la pandemia di coronavirus, assieme alla sofferenza e al lutto, abbia portato con sé anche opportunità e grazia.

Dalla lettura spirituale e biblica dell’emergenza in atto, sotto la guida del presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, sono scaturite domande che esigono risposte. «Se è vero che nessuno sa come sarà il nuovo inizio — si legge nel comunicato finale — è altrettanto vero che si è in cammino». Tre lezioni: la prima «riguarda la sobrietà, l’essenzialità, la semplificazione»; la seconda «chiama in causa l’essere Chiesa e la capacità progettuale» ossia «quello sguardo che permette di andare oltre l’emergenza del tempo presente»; la terza «è la grande lezione sul valore della vita che include la malattia e la fragilità». La proposta è che questi temi vengano ripresi nelle Conferenze episcopali regionali per poi poterli approfondire alla prossima sessione del Consiglio permanente, in programma a settembre. Dal 16 al 19 novembre si svolgerà invece l’assemblea generale, rinviata per l’attuale crisi sanitaria (era prevista dal 18 al 21 maggio).

La riunione si è aperta con un messaggio di solidarietà: «Abbiamo nel cuore i defunti, i malati, quanti si stanno spendendo per alleviare le sofferenze della gente (medici, operatori sanitari, sacerdoti). Nello stesso tempo, guardiamo al dopo-emergenza, con uno sguardo di speranza e di prospettiva». Un pensiero di vicinanza è stato espresso inoltre per il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale della diocesi di Roma, ancora convalescente a casa dopo il ricovero in ospedale. «La Chiesa c’è, è presente», affermano i vescovi: in questi giorni l’esperienza di fede è stata «forza morale», una «molla» che ha dato energia e fatto scaturire la «creatività» necessaria per animare le diverse iniziative spirituali e pastorali. La Chiesa «è sempre stata presente e continua ad esserlo», anche, si evidenzia nella nota, nell’interlocuzione con le istituzioni governative «per definire un percorso meno condizionato all’accesso e alle celebrazioni liturgiche per i fedeli in vista della nuova fase che si aprirà dopo il 3 maggio».