Nel giorno in cui a Santa Marta prega per coloro che svolgono i servizi funebri il Papa invia ai fedeli una lettera per il mese di maggio

Riscoprire la bellezza
del Rosario in casa

Giovanni Battista Ramenghi, «Madonna del Rosario con santi» (1585)
25 aprile 2020

Un’esortazione a «riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa», approfittando di «questo tempo di isolamento sociale dovuto» alle misure per contrastare il covid-19, è stata rivolta da Papa Francesco attraverso una lettera ai fedeli di tutto il mondo. Diffusa nella mattina di sabato 25 aprile, a pochi giorni dall’inizio del mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Vergine Maria, la missiva del Pontefice è accompagnata da due preghiere alla Madonna. «Che potrete recitare — ha suggerito — al termine del Rosario e che io stesso reciterò», ha assicurato, «spiritualmente unito a voi».

Delle due orazioni mariane, la seconda è inedita, mentre la prima è contenuta nel videomessaggio di Francesco in occasione della messa del cardinale vicario Angelo De Donatis, per la Giornata diocesana di preghiera e di digiuno, celebrata al santuario romano del Divino Amore l’11 marzo scorso, agli inizi della diffusione del contagio da coronavirus.

A maggio, ha ricordato il Papa, «il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine», con la tradizione di pregare il Rosario in famiglia. «Una dimensione, quella domestica — ha osservato — che le restrizioni della pandemia ci hanno “costretto” a valorizzare, anche dal punto di vista spirituale». Da qui l’invito a rinnovare la pia pratica «insieme, oppure personalmente», scegliendo «a seconda delle situazioni» e «valorizzando entrambe le possibilità». Perché, ha aggiunto, essa è semplice ed è facile reperire, anche in internet, «buoni schemi da seguire» per ricorrervi.

Nella stessa giornata il vescovo di Roma ha come di consueto celebrato la messa del mattino nella cappella di Casa Santa Marta, dedicandola nella circostanza alle «persone che svolgono servizi funebri. È tanto doloroso, tanto triste quello che fanno, e sentono il dolore di questa pandemia così vicino» ha spiegato. Quindi all’omelia ha parlato dalla festa liturgica di san Marco, «uno dei quattro evangelisti, molto vicino all’apostolo Pietro». Il suo Vangelo, ha fatto notare, «è stato il primo a essere scritto. È semplice, uno stile semplice, molto vicino». Da qui la raccomandazione del Papa: «prendetelo in mano e leggetelo. Non è lungo».

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